Il documentario apre una finestra sulla vita on the road di Jean Michel Basquiat e sulla città di New York nel periodo che va dal 1978 al 1981. Una riflessione su come l’ambiente, la scena artistica, le sue frequentazioni e i movimenti culturali abbiano plasmato la sua visione artistica del mondo. Divenuto famoso inizialmente con lo pseudonimo di Samo, inizia a esprimersi per le strade di New York con disegni e graffiti in cui erano inserite dichiarazioni enigmatiche e in pochissimo tempo divenne uno dei più celebri artisti della sua generazione. Tutto il fermento che animava la città passava attraverso di lui: politica, hip-hop, punk, così come i movimenti per i diritti civili e le questioni razziali, i programmi Tv e la cronaca.
Premio del Pubblico Festival di Torino. Ogni anno all'Università di Saint-Denis, nella periferia nord di Parigi, si svolge Eloquentia, una gara di oratoria che premia "Il miglior oratore del 93", dove 93 rappresenta il distretto di Seine-Saint-Denis. Gli studenti, provenienti da diversi contesti sociali, si preparano ad affrontare la competizione con l'aiuto di consulenti professionisti che insegnano loro la raffinata arte del parlare in pubblico. Durante le settimane, i giovani imparano i sottili meccanismi della retorica, si raccontano rivelando agli altri, ma soprattutto a loro stessi, i propri talenti.
Sono giovanissime e vengono tutte dalla provincia industriale toscana, così diversa dalle famose colline del Chianti: le acciaierie di Piombino, il porto di Livorno e le fabbriche Piaggio di Pontedera. È la provincia rossa delle case del popolo e del PCI. Uscire da questa provincia per loro è un sogno, ma siamo nel 1968 e tutto è possibile! Ricevono un’offerta che non si può rifiutare, una tournée in Estremo Oriente: Manila, Hong Kong, Singapore. Armate di strumenti musicali e voglia di cantare, partono sognando il successo ma si ritrovano in guerra, e la guerra è quella vera del Vietnam. Dopo cinquant’anni Le Stars raccontano la loro avventura tra soldati americani, basi sperdute nella giungla e musica soul.
l film si concentra sulla storia di 7 personaggi che sono collegati al mondo del calcio. Attraverso le loro vite quotidiane veniamo a conoscenza da più vicino, il loro legame con lo sport, le loro attività e i problemi che devono affrontare a causa dell'occupazione di Israele. Le loro vite quotidiane sono costantemente influenzate dalla sottomissione israeliana della Palestina. Tuttavia, i protagonisti e le loro famiglie, riescono a sopravvivere e sopportare ogni tipo di problema con dignità per godere di una delle loro più grandi passioni: il calcio.
Suspiria e dintorni, il nuovo libro nell’ambito della collana dedicata dalle edizioni Ardigiland all’uso artistico della luce nel cinema e nel teatro. I curatori Piercesare Stagni e Valentina Valente hanno intervistato Tovoli partendo dai test effettuati per la fotografia per arrivare ai processi di stampa, permettendoci così di rivivere un’incredibile avventura estetica. Dopo l’incontro proiezione di Suspiria nella versione restaurata a cura di Luciano Tovoli per iniziativa dell’americana Synapse Film.
Escaping the Temple racconta le storie intrecciate intensamente personali di tre giovani artisti contemporanei gioiosi, carismatici e ribelli, che raggiungono un punto di svolta nelle loro vite.  In una Cina  in cui antiche tradizioni e una cultura millenaria si scontrano con il vuoto morale e spirituale del capitalismo moderno, una generazione che sembra aver voltato le spalle alla politica e alla lotta per il cambiamento sociale si muove in nuove direzioni alla ricerca della propria identità.
Primo documentario sulla leggendaria Mavis Staples, musa ispiratrice del giovane Bob Dylan, che con il gruppo The Staple Singers, formato dal padre, dalle sue sorelle e dal fratello, si è imposta come icona della musica gospel e soul e dei diritti civili per gli afroamericani con Martin Luther King. Dai canti di libertà degli anni 60, ai successi degli anni 70 fino ad oggi, Mavis è rimasta sempre fedele alle sue radici. Potenti esibizioni live, rare immagini d'archivio, conversazioni con amici e coetanei - tra cui Bob Dylan, Prince, Bonnie Raitt, Levon Helm, Jeff Tweedy, Chuck D - raccontano le lotte, i successi e le storie intime di una donna che, giunta ai 75 anni, è ancora attiva e vitale, con una nuova generazione di fan. E il suo messaggio di amore e di uguaglianza, oggi più che mai, è ancora necessario.
Per festeggiare insieme il Capodanno Cinese al Detour si inizia con un buffet e si prosegue con le proiezioni di due cortometraggi e del film ANCORA DOMANI (Still tomorrow) di FAN Jian. La storia della poetessa YU Xiuhua, una semplice donna di campagna diventata, nonostante una paralisi cerebrale, la più celebre poetessa della Cina. Yu ha uno spirito brillante, ma cammina a fatica e ha difficoltà ad articolare le parole. In seguito ad un matrimonio combinato, Yu si trova coinvolta in una relazione che la rende molto infelice. Attraverso le sue poesie, Yu contempla il proprio destino, esprime il suo desiderio d'amore e riesce ad emanciparsi.
Da quando la piccola Amal è tornata nel suo quartiere, ricorda solo un grande albero che non c’è più. Un sicomoro su cui lei e i suoi fratelli si arrampicavano. Si ricorda di quando portava il caffè a suo padre nel frutteto. Dopo è arrivata la guerra. Amal e i suoi fratelli hanno perso tutto. Sono figli della famiglia Samouni, dei contadini che abitano alla periferia della città di Gaza. È passato un anno da quando hanno sepolto i loro morti. Ora devono ricominciare a guardare al futuro, ricostruendo le loro case, il loro quartiere, la loro memoria. Sul filo dei ricordi, immagini reali e racconto animato si alternano a disegnare un ritratto di famiglia prima, dopo e durante i tragici avvenimenti che hanno stravolto le loro vite in quel gennaio del 2009, quando, durante l’operazione ‘Piombo fuso’, vengono massacrati ventinove membri della famiglia.
Sono giovanissime e vengono tutte dalla provincia industriale toscana, così diversa dalle famose colline del Chianti: le acciaierie di Piombino, il porto di Livorno e le fabbriche Piaggio di Pontedera. È la provincia rossa delle case del popolo e del PCI. Uscire da questa provincia per loro è un sogno, ma siamo nel 1968 e tutto è possibile! Ricevono un’offerta che non si può rifiutare, una tournée in Estremo Oriente: Manila, Hong Kong, Singapore. Armate di strumenti musicali e voglia di cantare, partono sognando il successo ma si ritrovano in guerra, e la guerra è quella vera del Vietnam. Dopo cinquant’anni Le Stars raccontano la loro avventura tra soldati americani, basi sperdute nella giungla e musica soul.
Al via la seconda edizione del “Carine Film Festival”, un vero festival del cinema con proiezioni e ospiti che avrà luogo all’interno di una scuola della Capitale, l’I.C. Via delle Carine, a due passi dal Colosseo! La prima parte del “Carine Film Festival” si svolgerà il 22 e 23 febbraio 2019 e in seconda battuta nel mese di maggio. Il festival presenterà film di qualità editi e inediti, cortometraggi e lungometraggi, la cui originalità permette di entrare in problematiche sociali e psicologiche volte a far riflettere e sorridere gli spettatori. Le proiezioni, presentate dai ragazzi dello staff (alunni ed ex alunni della scuola), saranno accompagnate da interventi di registi, produttori o attori che ha partecipato alla realizzazione delle opere. Il festival, aperto a tutti e gratuito, è stato quest’anno reso possibile da un finanziamento ottenuto grazie al “Piano Nazionale del Cinema per la Scuola” promosso dal MIUR e dal MiBACT e dalla collaborazione dell’Associazione arcobaleno di voci della Mazzini.
In concorso al Sundance Film Festival. Primo lungometraggio del pluripremiato artista americano Doug Aitken, Leone d’oro della Biennale di Venezia nel 1999 e vincitore del Nam June Paik Art Center Prize, è conosciuto nel mondo per le sue straordinarie opere di luci, suoni e immagini. Esplora ogni medium, dalle installazioni al cinema, al video d'arte. I suoi lavori sono stati presentati nei musei e nelle gallerie più prestigiose del mondo tra cui Whitney Museum of American Art, The Museum of Modern Art, the Vienna Secession, the Serpentine Gallery, e il Centre Georges Pompidou.  Il film, che risente della formazione cinetica del video d'arte e della velocità del videclip, racconta il viaggio da New York a San Francisco su un treno concepito come una "scultura cinetica di luce". In 24 giorni, sono state toccate oltre 4.000 miglia viaggiando in treno attraverso gli Stati Uniti coinvolgendo un gruppo di artisti, musicisti e performer tra cui Patti Smith e Beck. Aitken non si limita più al solo mondo all’arte, ma spazia verso letteratura, musica, cibo e cinema. 
Vincitore del Sundance Film Festival 2016, All These Sleepless Nights, del giovane regista polacco Michal Marczak, dopo un passaggio al Trieste Film Festival, arriva finalmente a Roma al Cine Detour, nell'ambito di On the Road Film Festival Preview. Kris ha rotto con la sua ragazza e gli si apre davanti un mondo pieno di occasioni. Lui e il suo amico Michal, due studenti di storia dell'arte, iniziano a vagare in una Varsavia notturna, lasciandosi guidare dal desiderio in una inarrestabile ricerca di se stessi. Quando poi Kris si innamora dell'ex fidanzata di Michal, l'affascinante Eva, l'amicizia tra i due ragazzi viene messa in discussione. Tra rave improvvisati e feste in spiaggia, Marczak traccia un racconto universale e senza tempo sulla giovinezza.
Aperitivo, proiezioni e dibattito a cura di Re:Common e il Nodo Solidale. Un filo rosso lega territori distanti, un processo sistemico che distrugge i territori creando un mondo di esclusi, di inascoltati. Tra queste macerie alcuni territori si organizzano e costruiscono alternative autonome. Un passo per capire il Messico di oggi tra estrattivismo e malgoverno e questo filo che ci riporta in Italia per conoscere territori dimenticati dove l'interesse delle multinazionali prevale rispetto alla natura e alla salute della popolazione.
Skopje, Macedonia. Con l’economia in recessione e lo stipendio in ritardo di mesi Vele, un meccanico che lavora in un deposito ferroviario, lotta ogni giorno per poter comprare le medicine al padre malato. Quando trova casualmente un pacchetto di marijuana nascosta su un treno in arrivo, lo ruba per fare una torta a suo padre, sperando di alleviarne i dolori e spacciandogliela come un nuovo trattamento sperimentale. Ben presto la voce sui miracolosi poteri curativi di Vele si diffonde e lui all’improvviso si trova messo alle strette da una coppia di gangster, alla ricerca della droga, e dai petulanti vicini che fanno la coda fuori dal suo appartamento per reclamare la ricetta della torta “dei miracoli”.
On the Road Film Festival. Festival internazionale di cinema indipendente di viaggio, errante e di frontiera. || Modulo d'iscrizione / Entry Form. Aperta la selezione al concorso per corti e lungometraggi "on the road" di ogni genere e formato. Prima di compilare il modulo online si prega di leggere attentamente il regolamento e i termini di partecipazione.
Alla Quattordicesima edizione, questo è il corso che cercavi. Se hai perso la prima lezione contatta la docente per un recupero privato e per l'iscrizione! Sei ancora in tempo. Una docente professionista che metterà a disposizione tutte le sue conoscenze e il suo sapere, non perderai neanche una lezione perché la potrai recuperare. Patrizia Copponi è fotoreporter dal 1980. Ha collaborato con i maggiori settimanali, quotidiani e mensili italiani ed esteri. Si occupa da decenni dell’Organizzazione di attività culturali sulla comunicazione visiva e dell’insegnamento della Fotografia. Insegna al Detour dal 2012 con dedizione e passione.
Più volte respinto, lo scienziato Einar Norsen conquista il cuore dell’affascinante Claire Lescot, corteggiatissima cantante, dopo aver simulato il suicidio in un incidente automobilistico. Il rajah Djorah de Nopur, altro sfortunato spasimante, accecato dalla gelosia, provoca la morte della donna, ma Norsen, lavorando in un avveniristico laboratorio ospitato in uno strano palazzo isolato da un giardino, le restituisce la vita. *** Sonorizzazione dal vivo a cura di Mike Cooper. ***
Rike è una dottoressa determinata e impegnata che decide di prendersi una pausa dal lavoro e di salpare in solitaria sulla sua barca a vela da Gibilterra ad un’isola incontaminata nell’Oceano Pacifico. Il suo viaggio sembra scorrere serenamente finché, dopo una brutta tempesta, si imbatte in un peschereccio arenato pieno di profughi africani in grave difficoltà. Alcuni di loro provano a raggiungerla, ma solo un giovane ragazzo ce la fa. Insieme cercano di chiamare i soccorsi che tardano ad arrivare, mentre la situazione si fa sempre più drammatica.
Skopje, Macedonia. Con l’economia in recessione e lo stipendio in ritardo di mesi Vele, un meccanico che lavora in un deposito ferroviario, lotta ogni giorno per poter comprare le medicine al padre malato. Quando trova casualmente un pacchetto di marijuana nascosta su un treno in arrivo, lo ruba per fare una torta a suo padre, sperando di alleviarne i dolori e spacciandogliela come un nuovo trattamento sperimentale. Ben presto la voce sui miracolosi poteri curativi di Vele si diffonde e lui all’improvviso si trova messo alle strette da una coppia di gangster, alla ricerca della droga, e dai petulanti vicini che fanno la coda fuori dal suo appartamento per reclamare la ricetta della torta “dei miracoli”.
Prima visione a Roma. A seguire incontro con il regista Eugène Green a cura di Art Digiland. In una Lisbona onirica pervasa dalle sonorità struggenti del fado, Julie, un’attrice francese che parla il portoghese, è stata scritturata per le riprese di un film ispirato al testo delle Lettere Portoghesi, nel ruolo di una religiosa del 17° secolo che si innamora di un giovane ufficiale francese. Attraverso i suoi incontri, cerca dare una nuova direzione alla sua vita.
Quando oltre vent'anni fa la traduttrice danese Mette Holm lesse il suo primo romanzo di Haruki Murakami, non ancora una star letteraria mondiale, non poteva sapere quanto gli universi immaginati dallo scrittore giapponese avrebbero modellato e trasformato senza sosta il suo stesso mondo. Da allora la Holm ha trascorso migliaia di ore traducendo per i lettori danesi le enigmatiche e dibattute storie di Murakami e, mentre lotta per trovare le frasi perfette in grado di comunicare quello che stanno cercando di dirci i personaggi solitari e i sognatori ad occhi aperti dell'autore giapponese, il confine tra realtà e immaginazione comincia a confondersi.
Accolto con entusiasmo all’ultimo Festival di Cannes, La donna elettrica è una commedia travolgente e fuori dagli schemi, capace di unire emozione, impegno e divertimento. La protagonista, Halla, sembra una donna come le altre, ma dietro la routine di ogni giorno nasconde una vita segreta: armata di tutto punto compie spericolate azioni di sabotaggio contro le multinazionali che stanno devastando la sua terra, la splendida Islanda. Quando però una sua vecchia richiesta d’adozione va a buon fine e una bambina si affaccia a sorpresa nella sua vita, Halla dovrà affrontare la sua sfida più grande... Già regista dell’acclamato Storie di cavalli e di uomini, Benedikt Erlingsson colpisce al cuore con un ritratto di donna memorabile e un omaggio al paesaggio islandese di struggente bellezza.
Utilizzando il materiale d’archivio e quello inedito, viene raccontata in modo intimo la storia di Kusama, attraverso le sue stesse parole e le toccanti interviste a direttori di musei, galleristi, curatori, critici, collezionisti, amici e collaboratori. Esito di oltre un decennio di attività della regista, il documentario getta una nuova luce su una protagonista assoluta dell’arte contemporanea del Novecento e della nostra epoca. La sua storia personale e professionale si intrecciano, il trauma di essere cresciuta in Giappone durante la seconda guerra mondiale in una famiglia che scoraggiava le sue ambizioni creative, gli esordi non facili in Patria, il trasferimento a New York dove era ostacolata dal sessismo e il razzismo che caratterizzavano il mondo dell’arte a cavallo degli anni ’60 passando per i problemi connessi con la sua salute mentale fino ai giorni d’oggi.
Alcuni tra i più lucidi e intransigenti pensatori contemporanei (Zygmunt Bauman, Tony Atkinson, Serge Latouche, Erik Brynjolfsson, Mariana Mazzucato, Pepe Mujica e altri) si interrogano sulle grandi trasformazioni (globalizzazione, progresso tecnico, avvento della robotica, immigrazione) in atto nelle economie avanzate e sull’impatto che tali trasformazioni potranno avere sul mercato del lavoro, sulla distribuzione del reddito e sui sistemi di sicurezza sociale. Il film va alla ricerca di risposte e di nuove domande sul futuro che stiamo vivendo, tra gli effetti della globalizzazione e l'uso più responsabile del progresso tecnologico. La disuguaglianza sociale è in continuo aumento, e anche le possibili soluzioni, come la vecchia idea del "lavorare meno per lavorare tutti" ha dei risvolti filosofici di non facile risposta: saremmo in grado, come civiltà collettiva, di rallentare i ritmi che da centinaia di anni scandiscono le nostre vite?
Hissa Hilal è la voce dietro il velo: la sua arma è la parola. Hissa è una scrittrice autodidatta e decide di partecipare a "Million's Poet", un talent show di Abu Dhabi, la più grande competizione di poesia del mondo arabo, diventando la prima donna a raggiungere la finale. Nelle sue poesie critica la società araba patriarcale e i leader religiosi sauditi per il loro estremismo, davanti a 75 milioni di telespettatori. Non vedremo mai il volto di Hissa: come la maggior parte delle donne saudite è coperta dalla testa ai piedi. Non può guidare un'auto, non ha passaporto, deve chiedere il permesso del marito per ogni attività. Da dove arrivano il suo talento per la poesia e il coraggio di salire sul palco rischiando la vita?
“Abbiamo bisogno di altri tipi di storie,” è la richiesta incalzante di Donna Haraway di fronte alla telecamera. Ma che forma dovrebbero prendere queste storie? Che suono potrebbero avere e come potremmo percepirle? Il regista belga Fabrizio Terranova sembra aver preso a cuore l'imperativo di Haraway.  Sperimentando diversi tipi di narrazione, piegando il genere del documentario, fondendo l'intimo quotidiano con il giocosamente surreale, Terranova dà corpo e immagine ad alcune delle teorie più originali e innovative della grande studiosa e pensatrice statunitense. Un documentario estetico, intelligente, appassionante, dove è lo story-telling di Donna Haraway che anima lo schermo e che si popola di scenari immaginari insoliti e sorprendenti.
Unico film italiano nel Concorso Internazionale Documentari alla 46° Edizione del Giffoni Film Festival. Basileus, ambientato nella scuola media Federico Fellini del quartiere San Basilio a Roma, racconta i percorsi di formazione di un gruppo di adolescenti e di cosa significhi essere insegnanti in contesti non semplici come quelli delle scuole di periferia. Un viaggio nella vita di classe che ci mostra un mondo incredibilmente denso da scoprire, trasudante della vitalità tipica dell'adolescenza, di speranze, sogni, ma anche carico di difficoltà, di paure e d'incertezza verso il futuro.
Stazione ferroviaria di Viareggio, 29 giugno 2009, ore 23:48. Un treno carico di GPL deraglia. Il gas fuoriesce, entra nelle abitazioni. Ore 23:50, uno due tre esplosioni. 32 persone muoiono nelle loro case. "Il sole sulla pelle" racconta la storia che non può essere dimenticata di chi è rimasto e lotta per avere giustizia e verità. Un documentario che esplora con la nostra umana curiosità il rapporto che ognuno di noi ha con il dolore, le grandi paure e i grandi sogni. Fino a che punto possiamo capire e condividere il dolore degli altri? Questo dramma ci ha scosso la coscienza e ha distrutto le nostre sicurezze. Poteva accadere ovunque. Poteva accadere a chiunque. Noi siamo figli e siamo padri. Queste storie ci appartengono. Docufilm tra i finalisti ai Nastri d'Argento 2019. In sala saranno presenti il regista Massimo Bondielli e l’autore/produttore Gino Martella, insieme a i familiari dell’Associazione Il Mondo Che Vorrei Onlus Viareggio.
Applaudito all'ultimo festival di Cannes e ispirato alla autentica di due rock star sovietiche degli anni '80, il film è un tributo alla scena underground di Leningrado, poco prima dell'arrivo della perestroika. Viktor incontra la prima volta Mike e Natasha, un giorno d'estate ("leto" in russo). Mike ha già una discreta notorietà come cantante e una passione messianica per il rock, Beatles, Iggy Pop, Blondie, Lou Reed, Bowie, che la Russia sovietica cerca di tenere fuori dalla porta. Viktor è meno solare, molto espressivo, già post punk. Mike ne riconosce il talento, trova un nome per la sua band, Garin i giperboloidy, e lo aiuta a registrare e far conoscere la sua musica...
Vivienne Westwood, icona Punk Rock per eccellenza, è una delle artiste più influenti della storia contemporanea. Il film esplora la sua ascesa verso il successo, mostrando da vicino il suo talento, il suo attivismo e la sua significativa importanza culturale. Intrecciando il materiale d’archivio e quello inedito, viene raccontata in modo intimo la storia di Vivienne, attraverso le sue stesse parole e le toccanti interviste alla sua stretta cerchia di familiari, amici e collaboratori.
Un altro sentito omaggio alla grande regista che ci ha lasciato in eredità il vero cinema. Un documentario che reinventa il road movie, infilando strade oblique e misurando la Francia contemporanea. Agnès Varda, leggenda del cinema francese, una delle poche donne ad aver fatto parte del gruppo originario della Nouvelle Vague francese e prima donna regista a ricevere l’Oscar alla carriera. JR, street artist francese che realizza installazioni fotografiche di grande impatto emotivo con maestria e abilità tecnica. Agnès e JR viaggiano attraverso la Francia rurale a bordo di un bizzarro camion-macchina fotografica, in un percorso fatto di dialoghi, ricordi, riflessioni, dei luoghi attraversati e soprattutto delle persone incontrate...
Hissa Hilal è la voce dietro il velo: la sua arma è la parola. Hissa è una scrittrice autodidatta e decide di partecipare a "Million's Poet", un talent show di Abu Dhabi, la più grande competizione di poesia del mondo arabo, diventando la prima donna a raggiungere la finale. Nelle sue poesie critica la società araba patriarcale e i leader religiosi sauditi per il loro estremismo, davanti a 75 milioni di telespettatori. Non vedremo mai il volto di Hissa: come la maggior parte delle donne saudite è coperta dalla testa ai piedi. Non può guidare un'auto, non ha passaporto, deve chiedere il permesso del marito per ogni attività. Da dove arrivano il suo talento per la poesia e il coraggio di salire sul palco rischiando la vita?
Proiezione in anteprima del videoclip di "Move", seguita da una performance live di Rbsn. Ingresso con tessera. Gratuito per i soci detour. Diretto da Brando Pacitto, "Move" rappresenta il mito di Sisifo applicato all’umanità moderna e all’industria musicale. Spingere una roccia che per il suo stesso peso torna al punto di partenza, l’importanza delle transizioni e l’inganno della sottomissione sono i concetti che hanno ispirato in primis il brano (http://bit.ly/Move_song), realizzato insieme a Roberto Angelini presso Pyramid Produzioni, e successivamente il video scritto a quattro mani da RBSN e Brando Pacitto ed interpretato magistralmente da Valeria Bono e Chabeli Sastre Gonzalez.
Vivienne Westwood, icona Punk Rock per eccellenza, è una delle artiste più influenti della storia contemporanea. Il film esplora la sua ascesa verso il successo, mostrando da vicino il suo talento, il suo attivismo e la sua significativa importanza culturale. Intrecciando il materiale d’archivio e quello inedito, viene raccontata in modo intimo la storia di Vivienne, attraverso le sue stesse parole e le toccanti interviste alla sua stretta cerchia di familiari, amici e collaboratori.
Diretto dalla regista Alison Klayman – già autrice di “Ai Weiwei: Never Sorry” – che ha seguito per più di un anno Steve Bannon, ex stratega e uomo chiave di Donald Trump, il film segue l'ideologo della nuova destra estremista statunitense dal suo allontanamento dalla Casa Bianca fino al termine della sua campagna itinerante tra U.S.A ed Europa, e fa luce sui suoi sforzi per dare vita a The Movement, l’organizzazione creata per promuovere una politica sovranista e populista nel Vecchio e Nuovo Continente, al fine di unificare i partiti di estrema destra. Presentato con grande successo e polemiche all'ultimo Sundance Film Festival,
Sonorizzazione dal vivo a cura di Luca Venitucci (Fisarmonica), Giusi Bulotta (Contrabbasso), Mauro Pallagrosi ( Sax Soprano) e Andrea Liberati (Chitarre), di cinque cortometraggi, in diverse forme relazionati con la danza ed il movimento, realizzati da due grandi film makers americani, pionieri del cinema sperimentale: Maya Deren e Hilary Harris.
In occasione dell’uscita del suo libro fotografico Unusual Visions, l’incontro con il fotoreporter Emiliano Pinnizzotto sarà un’opportunità per conoscere il lavoro documentaristico dell’autore attraverso i racconti e le immagini di quattro suoi diversi reportage premiati a livello internazionale che rivelano un’India insolita. Una testimonianza fotografica di realtà molto particolari e semi sconosciute al grande pubblico, ma ancora presenti nel subcontinente indiano.
Come i più affezionati e accorti di voi avranno sicuramente notato, questa settimana la consueta programmazione del Detour si svolgerà solo il giovedì e il venerdì e sera. Durante il weekend, invece, la sala diventerà il set cinematografico per le riprese di un cortometraggio ideato e diretto da un nostro socio. Cogliamo l'occasione per ricordare a tutti i soci la possibilità di utilizzo esclusivo della sala e il bar/foyer per i loro progetti artistici e professionali. 
Tina (Eva Melander), impiegata alla dogana, è nota per il suo olfatto eccezionale. È come se riuscisse a fiutare il senso di colpa, la paura, la vergogna. Tina si dimostra infallibile fino al giorno in cui Vore (Eero Milonoff), un uomo all’apparenza sospetto, le passa davanti e le sue abilità per la prima volta sono messe alla prova: sente che Vore nasconde qualcosa che, però, non riesce a decifrare. Peggio ancora, ne è irresistibilmente attratta e la storia d’amore con lui le farà scoprire la sua vera identità. Con Vore, infatti, Tina condivide una natura segreta. Tutta la sua esistenza non è stata che una menzogna e ora dovrà scegliere se continuare a vivere una bugia o accettare la sconvolgente verità che le ha offerto Vore. Miglior Film al Cannes Film Festival, sezione Un Certain Regard.
Commedia campione d’incassi in Francia. Imperdibile, degna del miglior Ken Loach, capace di unire impegno e divertimento per affrontare un tema quanto mai attuale. Protagoniste del film sono quattro assistenti sociali dell’Envol, un centro diurno che fornisce assistenza alle donne senza fissa dimora. Quando il Comune decide di chiuderlo, si lanciano in una missione impossibile: dedicare gli ultimi mesi a trovare un lavoro al variopinto gruppo delle loro assistite, abituare a vivere in strada. Violando ogni regola e incappando in una serie di equivoci, riusciranno infine a dimostrare che la solidarietà al femminile può fare miracoli.
«Fai in modo che non ci dimentichino». È questo l’imperativo che risuona nella mente del reporter Ryszard Kapuściński mentre percorre le strade sterrate e i villaggi dell’Angola in piena guerra civile per raccontare al mondo le storie di chi sta vivendo quei tragici giorni. Raúl de la Fuente e Damian Nenow adattano il reportage-capolavoro di Kapuściński in un racconto emozionante e coinvolgente, in cui spettacolari sequenze animate si alternano a interviste in live action ai veri protagonisti. E se i sopravvissuti parlano alle telecamere, i caduti non sono perduti per sempre: la memoria di chi era con loro, gli scritti di chi li ha raccontati, quell’ultima foto che li ritrae fanno sì che chi è scomparso non sia dimenticato. E permettono alle molte vittime della Storia di vivere ancora un giorno.
Estate 2017, una serie di brutali uccisioni di giovani africani americani per mano della polizia scuote gli Stati Uniti. Una comunità nera del Sud americano affronta gli effetti persistenti del passato, cercando di sopravvivere in un paese che non è dalla parte della sua gente.Judy cerca di mantenere a galla la propria famiglia allargata, mentre gestisce un bar minacciato dalla gentrificazione. Ronaldo e Titus, due giovanissimi fratelli, crescono in un quartiere afflitto dalla violenza, mentre il padre è in prigione. Kevin, Big Chief della tradizione indiana del Mardi Gras, lotta per mantenere vivo il patrimonio culturale della sua gente attraverso i rituali del canto e del cucito. Intanto le Black Panthers indagano sul linciaggio di due ragazzi nel Mississippi e organizzano una ferma manifestazione di protesta contro la brutalità della polizia. Dal regista di Louisianae Stop the Pounding Heart una scottante riflessione sul concetto di razza in America.
Accolto con entusiasmo all’ultimo Festival di Cannes, La donna elettrica è una commedia travolgente e fuori dagli schemi, capace di unire emozione, impegno e divertimento. La protagonista, Halla, sembra una donna come le altre, ma dietro la routine di ogni giorno nasconde una vita segreta: armata di tutto punto compie spericolate azioni di sabotaggio contro le multinazionali che stanno devastando la sua terra, la splendida Islanda. Quando però una sua vecchia richiesta d’adozione va a buon fine e una bambina si affaccia a sorpresa nella sua vita, Halla dovrà affrontare la sua sfida più grande... Già regista dell’acclamato Storie di cavalli e di uomini, Benedikt Erlingsson colpisce al cuore con un ritratto di donna memorabile e un omaggio al paesaggio islandese di struggente bellezza.
«Fai in modo che non ci dimentichino». È questo l’imperativo che risuona nella mente del reporter Ryszard Kapuściński mentre percorre le strade sterrate e i villaggi dell’Angola in piena guerra civile per raccontare al mondo le storie di chi sta vivendo quei tragici giorni. Raúl de la Fuente e Damian Nenow adattano il reportage-capolavoro di Kapuściński in un racconto emozionante e coinvolgente, in cui spettacolari sequenze animate si alternano a interviste in live action ai veri protagonisti. E se i sopravvissuti parlano alle telecamere, i caduti non sono perduti per sempre: la memoria di chi era con loro, gli scritti di chi li ha raccontati, quell’ultima foto che li ritrae fanno sì che chi è scomparso non sia dimenticato. E permettono alle molte vittime della Storia di vivere ancora un giorno.
“La vita è arte e l’arte è vita”. Questo il motto di Peter Greenaway, filmmaker fra i più eclettici del cinema contemporaneo. Partendo da questa premessa Saskia Boddeke, artista multimediale nonché moglie del regista, fa incursione nella mente del marito. La creatività di Greenaway è incorniciata in una conversazione con la figlia adolescente Pip, che in un dialogo ricco d’ironia mette in ordine alfabetico i punti salienti della vita del padre. “A come Amsterdam”, dice Mister Greenaway, ma anche “A come Autismo”, lo incalza Pip. Le domande della figlia lo colpiscono dritte al cuore, permettendo alla moglie di trarne un ritratto unico nel suo genere: quello di un visionario, sì, ma soprattutto di un uomo e della sua battaglia contro il tempo.
On the Road Film Festival, giunto alla sua settima edizione consecutiva, è un festival cinematografico di rilevanza internazionale articolato in due sezioni competitive, sezioni fuori concorso, focus ed eventi collaterali, che traccia un percorso inedito di cinema indipendente ispirato al viaggio, alle geografie erranti, agli attraversamenti di terre selvagge e agli spaesamenti metropolitani. Strada e frontiera ne sono le parole-chiave, da intendersi in ogni possibile declinazione, simbolica, geografica o temporale: il viaggio che percorre strade dimenticate, sentimentali o artistiche, la digressione da itinerari prestabiliti, il cammino individuale e gli esodi collettivi, il valicare di frontiere fisiche o mentali. Sede principale del festival  il leggendario cinema Detour di Roma, e con incursioni nell'area metropolitana e nell'intero territorio laziale.  Il programma della manifestazione si sviluppa sull’arco di due settimane del mese di novembre 2019, articolandosi in due sezioni competitive di rilevanza internazionale, una sezione collaterale con proiezioni fuori concorso, focus monografici/tematici e matinée didattici, per concludersi con la cerimonia di premiazione alla presenza di autori, componenti dei cast e giurati. Una Giuria di esperti e il voto del pubblico in sala assegnano premi in denaro, tenuta in programmazione dei film con riconoscimento di percentuale sugli incassi, menzioni speciali ed eventuali premi speciali offerti dagli sponsor. SCADENZE / DEADLINES: Regolari > 31 agosto 2019 | Ultima chiamata > 15 settembre 2019
Primo grande appuntamento dell'autunno al Cinema Detour dedicato al cinema e alla musica dal vivo: Le Grand Lunaire (Adriano Lanzi, chitarra elettrica; Paolo Di Cioccio, oboe e theremin) sonorizzano LA CADUTA DELLA CASA USHER (Francia, 1928) di Jean Epstein, tratto da un racconto di Edgar A. Poe. Per il film "La Caduta della Casa Usher”, il grande teorico del cinema e autore originalissimo Jean Epstein si avvalse come aiuto regista di un allora ventottenne Luis Buñuel, realizzando, più che una trasposizione fedele dell’omonimo racconto di Edgar A. Poe, un affresco composito di atmosfere e temi cari allo scrittore statunitense, attingendo anche ad altre opere quali Ligeia e Il Ritratto Ovale. Ne risulta un’opera unica nel suo genere, con effetti simili a quelli della corrente dell’Espressionismo, sebbene ottenuti con mezzi e presupposti teorici del tutto diversi. La sonorizzazione di Le Grand Lunaire ne sottolinea il senso di sospensione e dilatazione temporale, il fatalismo claustrofobico, le punte sconcertanti di umorismo macabro e paradossale. Il duo elettroacustico Le Grand Lunaire si muove tra scrittura e improvvisazione. Nella stratificazione del materiale trovano spazio suggestioni cameristiche, alterazione timbrica degli strumenti, e cellule ritmiche di matrice rock/jazz.
Dopo un tragico incidente a cavallo, il giovane Brady vede i suoi sogni sfumare: scopre infatti che non potrà più gareggiare. Tornato a casa nella riserva indiana di Pine Ridge, South Dakota, Brady lotta per superare il trauma dell’incidente, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Nonostante il momento difficile, il ragazzo non può pensare solo a se stesso, deve infatti badare alla sorella Lilly che, affetta dalla sindrome di Asperger, non può contare sulle attenzioni del padre Wayne. L’uomo, dipendente dal gioco d’azzardo, arriverà addirittura a vendere il cavallo preferito di Brady per saldare i suoi debiti. Frustrato e oppresso dal senso di inadeguatezza, Brady si allontana dal mondo e dagli amici del rodeo e inizia a spendere la maggior parte del suo tempo con l’amico Lane (Lane Scott) anch’egli in riabilitazione intensiva dopo un incidente. La lontananza dai cavalli diventa però insopportabile e Brady torna così ad allenarsi. Ma dovrà prendere una decisione: dedicarsi alla guarigione con l’aiuto della sua famiglia e dei suoi amici, o rischiare tutto per mantenere l’unico senso di sé che abbia mai conosciuto. Presentato alla 70esima edizione del Festival di Cannes, questo post-western dai potenti spunti documentaristici è diretto dalla giovane regista cinese Chloé Zhao, trapiantata da anni a New York. 
“Abbiamo bisogno di altri tipi di storie,” è la richiesta incalzante di Donna Haraway di fronte alla telecamera. Ma che forma dovrebbero prendere queste storie? Che suono potrebbero avere e come potremmo percepirle? Il regista belga Fabrizio Terranova sembra aver preso a cuore l'imperativo di Haraway.  Sperimentando diversi tipi di narrazione, piegando il genere del documentario, fondendo l'intimo quotidiano con il giocosamente surreale, Terranova dà corpo e immagine ad alcune delle teorie più originali e innovative della grande studiosa e pensatrice statunitense. Un documentario estetico, intelligente, appassionante, dove è lo story-telling di Donna Haraway che anima lo schermo e che si popola di scenari immaginari insoliti e sorprendenti.
"Billy e Wyatt partono sulle loro Harley-Davidson. Fanno molti incontri, piacevoli e no. Il più famoso "film di strada" della storia del cinema. Il tema classico del viaggio si mescola con quelli della cultura alternativa degli anni '60: marijuana, musica pop, protesta hippy, pacifismo, crisi del mito americano. In varia misura furono ammirate la colonna musicale (che include brani di Byrds, The Band, Robbie Robertson, Jimi Hendrix, Bob Dylan, Steppenwolf), la bizzarra tecnica di montaggio, la suggestiva fotografia, l'interpretazione di Nicholson". Sul finale un atto d'accusa e un'allusione "alle uccisioni dei due Kennedy e di Martin Luther King: "le immagini della terribile fine della festa, del pugno di ferro del realismo che intendeva liquidare definitivamente il sogno." (Furio Colombo, 1999).  Davvero epica la colonna sonora con brandi di "The Band, The Byrds, The Jimi Hendrix Experience e Steppenwolf. Easy Rider è un film simbolo degli anni ’60, il road movie per eccellenza e quello più a contatto con la mitologia della frontiera. È il più celebrativo del binomio libertà-strada aperta. Detour presenta la versione appena restaurata del film a cura della Cineteca di Bologna in cui potrete apprezzare la straordinaria fotografia di Lazlo Kovacs.
Tina (Eva Melander), impiegata alla dogana, è nota per il suo olfatto eccezionale. È come se riuscisse a fiutare il senso di colpa, la paura, la vergogna. Tina si dimostra infallibile fino al giorno in cui Vore (Eero Milonoff), un uomo all’apparenza sospetto, le passa davanti e le sue abilità per la prima volta sono messe alla prova: sente che Vore nasconde qualcosa che, però, non riesce a decifrare. Peggio ancora, ne è irresistibilmente attratta e la storia d’amore con lui le farà scoprire la sua vera identità. Con Vore, infatti, Tina condivide una natura segreta. Tutta la sua esistenza non è stata che una menzogna e ora dovrà scegliere se continuare a vivere una bugia o accettare la sconvolgente verità che le ha offerto Vore. Miglior Film al Cannes Film Festival, sezione Un Certain Regard.
Psicomagia è il film più completo sul lavoro terapeutico di Alejandro Jodorowsky. Attraverso testimonianze reali ci spiega cos’è la psicomagia, quali sono i suoi principi e come viene praticata. Ci mostra alcune persone durante il loro processo di guarigione, dalla realizzazione del loro “atto psicomagico” fino alla dimostrazione dei relativi effetti. Per Jodorowsky, molti dei nostri problemi derivano dalle barriere create dalla nostra società, dalla nostra famiglia e dalla nostra cultura, tutti fattori che ci impediscono di trovare il nostro vero io. La psicomagia aiuta le persone a liberarsi da queste catene. Gli atti psicomagici hanno un forte impatto sull’inconscio. Perciò, sono spesso impressionanti e altamente cinematografici. Il film va oltre la finzione, filmando la realtà, ma una realtà accresciuta, magica e curativa. Psicomagia – un’arte per guarire è il film manifesto di un grande maestro
Negli anni ’90 molte persone in Kurdistan sono state arrestate e interrogate sotto tortura; i loro assassini hanno eliminato i corpi gettandoli dagli elicotteri o seppellendoli in pozzi pieni di acido. Migliaia di persone, come Jitem e Hizbul-Kontra, sono state uccise da forze paramilitari le quali, sebbene continuino a negarlo, sono state finanziate e sostenute dallo stato. Il documentario racconta il caso di sette persone, tra cui quattro bambini, scomparsi dalla città di Kerboran [Dargeçit] nel 1995, e la ricerca instancabile delle loro spoglie da parte delle famiglie.
Psicomagia è il film più completo sul lavoro terapeutico di Alejandro Jodorowsky. Attraverso testimonianze reali ci spiega cos’è la psicomagia, quali sono i suoi principi e come viene praticata. Ci mostra alcune persone durante il loro processo di guarigione, dalla realizzazione del loro “atto psicomagico” fino alla dimostrazione dei relativi effetti. Per Jodorowsky, molti dei nostri problemi derivano dalle barriere create dalla nostra società, dalla nostra famiglia e dalla nostra cultura, tutti fattori che ci impediscono di trovare il nostro vero io. La psicomagia aiuta le persone a liberarsi da queste catene. Gli atti psicomagici hanno un forte impatto sull’inconscio. Perciò, sono spesso impressionanti e altamente cinematografici. Il film va oltre la finzione, filmando la realtà, ma una realtà accresciuta, magica e curativa. Psicomagia – un’arte per guarire è il film manifesto di un grande maestro
Il più famoso "film di strada" della storia del cinema. Il tema classico del viaggio si mescola con quelli della cultura alternativa degli anni '60: marijuana, musica pop, protesta hippy, pacifismo, crisi del mito americano. Davvero epica la colonna sonora con brani di The Band, Byrds, Jimi Hendrix e Steppenwolf. A presentare il film, nella versione appena restaurata a cura della Cineteca di Bologna, sarà lo sceneggiatore e scrittore Marco Videtta.
Prima del film un omaggio prezioso: una breve Pratica di Mindfulness a cura della Dott.ssa Loredana Vistarini Psicoterapeuta socia fondatrice di Mondo Mindful srl e direttore scientifico del Mindfulness Experiential Professional Training. Come può la filosofia della mindfulness trasformare la vita dei più giovani? Sequenze poetiche e di insegnanti intenti a condurre pratiche, dalla meditazione ai laboratori di hip hop, a bambini provenienti da diversa estrazione sociale in contesti come le scuole pubbliche americane, quelle private e i centri di detenzione minorile. May I Be Happy ci ricorda dell’esistenza di una naturale capacità di benessere e di felicità, più spiccata nei bambini. La regista stessa, Hélène Walter ha scoperto la mindfulness e ha deciso di formarsi per accompagnare i bambini attraverso un percorso di consapevolezza e di resilienza, come cura e come via d’uscita dalla sofferenza, dai traumi, dall'aggressività e dalla violenza.
Legate alla setta di Charles Manson, Leslie, Patricia e Susan sono state coinvolte in crimini efferati e condannate dalla giustizia americana. Karlene Faith è una sorta di assistente sociale che opera in carcere e si offre di aiutarle. Le tre infatti sono ancora incantate dalle parole di Manson, che ripetono a ogni occasione come un insegnamento di vita. Il film si pone come una visione dell'altra faccia della medaglia, raccontando l'umanità soggiogata dalla setta, ma pure l'importanza della sorellanza femminile all'interno di quel microcosmo.
Sibylle Schönemann era una regista della Germania dell'Est. Nel 1984, lei e suo marito sono stati arrestati dalla Stasi e detenuti per poi andare in esilio nella Germania occidentale. Dopo la riunificazione, è tornata in patria con una troupe cinematografica per incontrare i suoi "carnefici", che non hanno mostrato alcun rimorso…
A conclusione del Global Climate Change Week 2019 Detour presenta il nuovo film di uno dei più acclamati landscape photographer, Edward Burtynsky che, con i pluripremiati Jennifer Baichwall e Nicholas de Pencier, sintetizza il lavoro decennale dell’Anthropocene Workgroup, ensemble multidisciplinare di scienziati alla ricerca dei segni inconfutabili di come dall’Olocene il nostro pianeta stia entrando nell’epoca dell’Antropocene. Un viaggio attraverso tutto il mondo realizzato con tecniche fotografiche avanguardistiche per prendere coscienza della responsabilità della specie umana nel plasmare il destino del proprio habitat. Selezione ufficiale a Berlino, Sundance e Toronto Film Festival. Audience Awards al CinemAmbiente di Torino.
Suzanne, cinese espatriata in Grecia, a causa del suo temperamento esuberante diventa presto la “madrina” della China Town di Atene. Con l'arrivo in massa di rifugiati dalla Siria, riconoscendo le somiglianze con il suo proprio destino, Suzanna si adopera per aiutare senza sosta i migranti che ogni giorno sbarcano sulle coste greche. Ad assisterla nella sua missione una bizzarra squadra di pronto intervento composta dal suo trasandato marito, un cane irascibile, un professore ubriaco e una figlia ribelle. Introduzione a cura di Luci dalla Cina
Lee, un ragazzo della working class inglese senza prospettive assicurate ma con un grande talento in cui ha creduto, diventa Alexander McQueen, uno dei più iconici artisti del nostro secolo. Come ha fatto questo punk ribelle a conquistare con la sua creatività l’alta moda parigina e internazionale? E perché, al picco della sua fama, ha deciso di mettervi un punto? Riflettendo sulla savage beauty e la dirompente vivacità del suo design, i registi evocano una figura opaca, tra tortura e ispirazione, per celebrare un genio radicale e ipnotico e la profonda influenza che ha avuto sulla sua epoca. La proiezione fa parte del progetto Across.Video dal 2005 al Detour a cura di C. Nisticò.
Attivista, politico, guerrigliero orgoglioso del proprio passato e soprattutto sognatore.“El Pepe” è diventato il presidente dell’Uruguay restando sempre fedele ai suoi ideali. Ma anche abbracciando la possibilità del cambiamento e della novità. Un sorprendente Emir Kusturica scava nell’eredità di José “Pepe” Mujica e ritrova in lui uno spirito affine con cui discutere il senso della vita da un punto di vista filosofico, politico e poetico. Mujica è raccontato nei suoi caratteri più nobili: la fattoria nella periferia di Montevideo, dove lavora guidando lui stesso il trattore, facendosi bastare uno stipendio minimo, adesso come prima, quando era al vertice dello Stato. Presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, il dolce ritratto di un uomo che per tutta la vita non ha mai smesso di lottare per far valere i propri ideali e realizzare desideri all’apparenza utopici.
Il regista ci propone di incontrare cinque stranieri a Pechino. Come possono ritrovare l’equilibrio in questa gigantesca città dalle sei tangenziali, un compositore tedesco, un imprenditore britannico, due giovani pachistani mandati lì dal padre benestante o un ristoratore inglese che ha aperto un pub? Un incrocio di sguardi su una metropoli in via di globalizzazione. Introduzione a cura di Luci dalla Cina
Aljia è un minatore bosniaco che vive ormai da molti anni in Slovenia dopo che è stato obbligato, ancora bambino, a lasciare la sua terra per l'incombere della guerra. Gli viene assegnato l'incarico di visitare una miniera abbandonata per stilare un rapporto che la dichiari totalmente vuota e quindi pronta per una chiusura definitiva. Al suo interno scoprirà invece una macabra sorpresa. RUDAR ha debuttato al Warsaw International Film Festival, è stato il candidato sloveno agli Oscar 2018 e ha vinto 21 premi ai festival internazionali, tra cui miglior film, miglior attore e miglior regista.
"Il più influente fotografo vivente" scriveva qualche anno fa The New York Times. Scomparso recentemente all'età di 94 anni, Robert Frank resta tra i più innovativi fotografi documentaristi americani (autore del pionieristico "The Americans" assieme a Jack Kerouac) e il regista iconoclasta di film seminali come “Pull My Daisy” e “Cocksucker Blues”, realizzato con i Rolling Stones. Un artista schivo e rigoroso he ha rifiutato fino alla fine ricchezza e celebrità e le cui simpatie andavano a coloro che, come lui, nella vita hanno sempre dovuto lottare. Restio a interviste e interventi in pubblico e segnato profondamente da tragedie personali, Frank ha esplorato con dolore sentimenti complessi, mescolando sapientemente vita e lavoro e facendo in modo che fossero le sue opere a parlare per suo conto.
Poco prima del crollo della DDR, Helke Misselwitz ha viaggiato in treno attraverso il paese, intervistando donne della Germania dell'Est di varie età e provenienze. Rivelando le loro frustrazioni, speranze e aspirazioni personali e professionali Misselwitz dipinge il quadro di una società che cambia. La proiezione fa parte della rassegna 1989 | 2019 - TRENT'ANNI SENZA MURO curata da Federico Rossin e Alessandro Del Re e distribuita da Reading Bloom. La selezione è volta a presentare al pubblico uno spaccato di vita nell'ex DDR a cavallo del 1989.
A conclusione del Global Climate Change Week 2019 Detour presenta il nuovo film di uno dei più acclamati landscape photographer, Edward Burtynsky che, con i pluripremiati Jennifer Baichwall e Nicholas de Pencier, sintetizza il lavoro decennale dell’Anthropocene Workgroup, ensemble multidisciplinare di scienziati alla ricerca dei segni inconfutabili di come dall’Olocene il nostro pianeta stia entrando nell’epoca dell’Antropocene. Un viaggio attraverso tutto il mondo realizzato con tecniche fotografiche avanguardistiche per prendere coscienza della responsabilità della specie umana nel plasmare il destino del proprio habitat. Selezione ufficiale a Berlino, Sundance e Toronto Film Festival. Audience Awards al CinemAmbiente di Torino.
Candidato all'Oscar come Miglior Film d'Animazione. Visione anche per kids dai 10 anni in su. Parvana è una ragazza di 11 anni cresciuta sotto il regime talebano nella Kabul del 2001, dove le donne non possono uscire di casa senza un uomo. Quando il padre viene ingiustamente arrestato con la sola accusa di essere un intellettuale, Parvana decide di tagliarsi i capelli e travestirsi da ragazzo per poter lavorare e così occuparsi della sua famiglia. Questa audace ragazzina mette a rischio la propria vita traendo forza proprio da quelle storie che il papà le raccontava per farle conoscere la cultura e la bellezza dell’Afghanistan. Candidato all'Oscar come Miglior Film d'Animazione
Attivista, politico, guerrigliero orgoglioso del proprio passato e soprattutto sognatore.“El Pepe” è diventato il presidente dell’Uruguay restando sempre fedele ai suoi ideali. Ma anche abbracciando la possibilità del cambiamento e della novità. Un sorprendente Emir Kusturica scava nell’eredità di José “Pepe” Mujica e ritrova in lui uno spirito affine con cui discutere il senso della vita da un punto di vista filosofico, politico e poetico. Mujica è raccontato nei suoi caratteri più nobili: la fattoria nella periferia di Montevideo, dove lavora guidando lui stesso il trattore, facendosi bastare uno stipendio minimo, adesso come prima, quando era al vertice dello Stato. Presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, il dolce ritratto di un uomo che per tutta la vita non ha mai smesso di lottare per far valere i propri ideali e realizzare desideri all’apparenza utopici.
Un treno merci passa attraverso i grandi prati sotto le montagne del Caucaso. Nella cabina Nurlan, il macchinista, guida il treno lungo il percorso che passa attraverso un angusto quartiere di Baku, dove il tracciato dei binari è così vicino alle case da corrispondere esattamente alla strada che separa tra loro i modesti edifici. La vita del quartiere si svolge sui binari: gli uomini bevono il tè seduti ai tavolini posti sulle rotaie, le donne stendono i panni su fili sospesi sopra il tracciato ferroviario. Quando il treno passa, gli abitanti si alzano, raccolgono frettolosamente i loro oggetti, scappano nelle case e tutto ciò che resta viene intercettato dalla carrozza guidata da Nurlan. Lui, a fine giornata, raccoglie gli oggetti rimasti attaccati al treno e li riporta ai loro legittimi proprietari: lenzuola, palloni, piume di pollo. L'ultimo giorno di lavoro, in procinto di andare in pensione, trova attaccato al tergicristalli un oggetto inusuale: un reggiseno. Nurlan lo mette nella sua valigia e lo porta nel villaggio di campagna in cui vive. Nei giorni a seguire, pensare alla donna che ha perso quel reggiseno gli toglie il sonno. La grande solitudine in cui vive lo spinge infine a mettersi alla ricerca della sua proprietaria: una ricerca che si rivelerà difficile, buffa, commovente, e che per lui finirà per coincidere con la ricerca dell'amore e dell'appartenenza.
Candidato all'Oscar come Miglior Film d'Animazione. Visione anche per kids dai 10 anni in su. Parvana è una ragazza di 11 anni cresciuta sotto il regime talebano nella Kabul del 2001, dove le donne non possono uscire di casa senza un uomo. Quando il padre viene ingiustamente arrestato con la sola accusa di essere un intellettuale, Parvana decide di tagliarsi i capelli e travestirsi da ragazzo per poter lavorare e così occuparsi della sua famiglia. Questa audace ragazzina mette a rischio la propria vita traendo forza proprio da quelle storie che il papà le raccontava per farle conoscere la cultura e la bellezza dell’Afghanistan. Candidato all'Oscar come Miglior Film d'Animazione
Festeggiamo con tutte e tutti, socie e soci Detour, la notte più lunga del 2019. Dalle ore 18.30 in compagnia della musica dal vivo dei P.H.A.K.E. [folk'n'roll & spoken words dalla capitale] e le selezioni a cura di dj Paolo. PHAKE eseguiranno per l'occasione un repertorio di brani originali e standard della tradizione folk/blues con l'innesto di spoken words e recitativo musicale.
Candidato all'Oscar come Miglior Film d'Animazione. Visione anche per kids dai 10 anni in su. Parvana è una ragazza di 11 anni cresciuta sotto il regime talebano nella Kabul del 2001, dove le donne non possono uscire di casa senza un uomo. Quando il padre viene ingiustamente arrestato con la sola accusa di essere un intellettuale, Parvana decide di tagliarsi i capelli e travestirsi da ragazzo per poter lavorare e così occuparsi della sua famiglia. Questa audace ragazzina mette a rischio la propria vita traendo forza proprio da quelle storie che il papà le raccontava per farle conoscere la cultura e la bellezza dell’Afghanistan. Candidato all'Oscar come Miglior Film d'Animazione
A conclusione del Global Climate Change Week 2019 Detour presenta il nuovo film di uno dei più acclamati landscape photographer, Edward Burtynsky che, con i pluripremiati Jennifer Baichwall e Nicholas de Pencier, sintetizza il lavoro decennale dell’Anthropocene Workgroup, ensemble multidisciplinare di scienziati alla ricerca dei segni inconfutabili di come dall’Olocene il nostro pianeta stia entrando nell’epoca dell’Antropocene. Un viaggio attraverso tutto il mondo realizzato con tecniche fotografiche avanguardistiche per prendere coscienza della responsabilità della specie umana nel plasmare il destino del proprio habitat. Selezione ufficiale a Berlino, Sundance e Toronto Film Festival. Audience Awards al CinemAmbiente di Torino.