FEBBRAIO 2010
Cinema
Detour / Oasi Urbana - Via Urbana 107 (NUOVA SEDE) 00184 Roma
www.cinedetour.it cinedetour@tiscali.it
Ingresso riservato ai soci. tessera annuale 7 € + sottoscrizione
GIOVEDì 4 - VENERDì 5 FEBBRAIO HERZOG
AT THE END OF THE WORLD
21.00 ENCOUNTERS AT
THE END OF THE WORLD di Werner Herzog (USA 2007 99min,
v.o. sott. Italiano) Encounters at the End of the World (traduzione:
Incontri alla fine del mondo) è un film documentario
del 2007 scritto, diretto e narrato da Werner Herzog. Il regista
si è recato in Antartide con il suo cameraman Peter
Zeitlinger e ha documentato la vita nella stazione McMurdo,
sull'isola di Ross, e dintorni. All'inizio del film Herzog
afferma di averlo voluto realizzare perché era rimasto
estremamente affascinato dalle riprese subacquee realizzate
sotto i ghiacci antartici dal suo amico Henry Kaiser, che aveva
poi inserito nel film L'ignoto spazio profondo (Wild Blue Yonder,
2005). Henry Kaiser è l'autore delle riprese subacquee
anche di questo film, oltre ad averne composto parte delle
musiche e ad averlo prodotto. Il film è dedicato al
critico americano Roger Ebert, grande ammiratore di Herzog,
ed è stato candidato al premio oscar al miglior documentario
nel 2009.
SABATO 6 FEBBRAIO DETOUR
OFF THEATRE
Ingresso
sottoscrizione minima 5 euro per i soci (10 euro per i non
tesserati)
21.00 D&D di
e con Donatella Mei. D&D è un
reading di poesia e letteratura tragicomica che vuole immaginare
un dialogo tra Donatella Mei, poeta e attrice comica romana e
Dorothy Parker, poeta, critica teatrale, scrittrice,
acuta osservatrice del suo tempo, (NY d'inizio 900), collega
e amica di Fitzgerald, sfortunata in amore e ... Nonostante la
lontananza spaziotemporale le due "d" s'incontrano
nello stile dissacrante e irriverente e nello sguardo disincantato
sui sentimenti. Solo un oggetto, un buffo cappellino, restituisce
l'unicità di entrambe in un crescendo di comicità a
volte esilarante altre quasi amara.
Donatella Mei, attrice e autrice,
vive e lavora a Roma. Si occupa di cabaret e poesia performativa.
Agli inizi della carriera partecipa allo spettacolo “L’apocalisse” di
Leo De Berardinis e nel 2000 fonda il gruppo di poesia comica “Le
Passere Solitarie” con le quali recita nei maggiori
teatri italiani. Ha partecipato a rassegne e festival di
poesia, a trasmissioni radiofoniche e televisive. E’ presente
in numerose antologie tra cui “Pink Ink” (Editrice
Zona) e “20 anni di Haiku” (Edizioni Empiria).
( Vincitrice del premio Haiku 2004 dell’Istituto di
Cultura Giapponese e Premio Capoliveri Haiku nel 2007. )
Il suo ultimo spettacolo "Non sono Sharon Stone ma qualche
uomo l'ho avuto anch'io" e il suo libro "Tesoro
no" continuano a ricevere un notevole successo.
DOMENICA 7 - MERCOLEDì 10 FEBBRAIO DOCTOUR
21.00
HELVETICA di Gary Hustwit (Gran Bretagna 2007, 80
min. V.o. sott. Italiano) Helvetica è una pellicola
indipendente, un film-documentario sulla tipografia, il disegno
grafico e la cultura visiva globale. Mostra la proliferazione
di un set dei caratteri come componente di una più grande
conversione di stili comunicativi. La pellicola è un’esplorazione
ed allo stesso tempo una discussione con i progettisti della
comunicazione circa il loro lavoro, il processo creativo
e le scelte estetiche dettanti l’utilizzo di un font,
piuttosto che di uno stile. Introdotto nel bel mezzo di un’onda
rivoluzionaria nel campo del lettering, la popolarità del
carattere svizzero fece presto breccia nelle agenzie di pubblicità che
vendettero questo nuovo stile di disegno ai loro clienti,
l’Helvetica così comparve rapidamente nei marchi
corporativi, nel signage per i sistemi di trasporto, nelle
stampe d’arte ed in altri innumerevoli campi della
comunicazione. L’inclusione, nel 1984, nei font di
sistema Macintosh confermò la sua diffusione anche
nella grafica digitale.
GIOVEDì 11 FEBBRAIO visioni
presenta
21.00 UN UOMO A
NUDO di Frank Perry (USA 1968,
94 min.) Un uomo decide di tornare a casa bagnandosi in tutte
le piscine della zona residenziale in cui vive. Ogni piscina è un
ricordo del passato. Tratto da racconti brevi di John Cheever
e sceneggiato da Eleanor Perry, moglie del regista, è una
singolare parabola metaforica sulla caduta del Sogno Americano,
in una cornice esteticamente fin troppo ricercata (esterni
nel Connecticut), con un ottimo B. Lancaster.
Contatta
Visioni al seguente link
VENERDì 12 FEBBRAIO DOCTOUR:
LO SGUARDO OSTINATO DI ROBERTO NANNI
Nanni nasce a Bologna il 29 febbraio 1960. Ha
collaborato con Steven Brown con il quale ha realizzato nel 1989 “Greenhouse
Effect. Brown reads John Keats”, e nel 1996 “Piccoli
Ostinati”. Insieme a Giuseppe Baresi realizza nel 1989 “Fluxus.
Milano Poesia” prodotto da Stilo. Nel 1993 con “L’amore
vincitore. Conversazione con Derek Jarman” vince il primo
premio ed il premio del pubblico Valdata al Festival Cinema Giovani
di Torino. Attualmente vive e lavora a Roma. Roberto Nanni è,
con le parole di Di Marino, «uno dei massimi sperimentatori
italiani, esploratore di formati, generi e dispositivi, navigatore
solitario nei misteriosi abissi dell’emulsione, della materia
e della memoria». Nel corso dell’incontro sarà presentato
il dvd+libro Roberto Nanni. Ostinati 85/08, Kiwido – Federico
Carra editore.
21.00 introduzione
alla presenza di Roberto Nanni. A
seguire:
- Dolce vagare
in sacri luoghi selvaggi (1989/2008)
Regia,
fotografia, produzione: Roberto Nanni; montaggio e postproduzione:
Mauro Diciocia, musica; Gabriele Panico; durata: 11’
Frammenti,
ingranditi grazie a una truka artigianale, tratti da un
filmato dell’incontro di boxe tra Mohammad Ali e
Joe Frazier. I corpi e i movimenti si dilatano e si deformano
perdendo in realismo e acquisendo in pittoricità.
- L’amore vincitore. Conversazione con Derek
Jarman (1993)
Regia, fotografia:
Roberto Nanni; camera: Antonio Frainer, R. Nanni, Massimo
Nipoti; suono: Fabrizio Ferranti; montaggio: Rosella Mocci;
produzione: Sabino Martiradonna, R. Nanni; durata: 30’
Luglio
1993, Derek Jarman è a Roma per presentare il suo
film Blue e per una mostra dei suoi dipinti. Lo spunto della
conversazione è il ricordo che ha Jarman del primo
incontro con Roberto Nanni, avvenuto nel 1983 a Londra mentre
girava Pirate Tapes con William Burroughs. Primo premio e
premio del pubblico “Valdata” al Festival di
Torino 1993.
Sottotitoli in italiano.
- Greenhouse Effect. Steven Brown
reads John Keats (1988/96)
Regia, fotografia:
Roberto Nanni; montaggio: Antonio Dell’Oso, Rosella Mocci;
durata: 23’
Versione breve del film della durata di
circa 80’ realizzato per essere proiettato durante
i concerti di Steven Brown nel progetto Greenhouse Effect.
Versione
originale inglese.
- Attraverso un vetro sporco (1999/2008)
Regia,
fotografia, produzione: Roberto Nanni; montaggio: Mauro Diciocia,
Antonio Dell’Oso; durata: 8’
Una finestra si
apre su un angolo vicino Piazza Vittorio a Roma. Frammenti
di vita rubati nella notte, possibili storie, personaggi
sfuggenti.
- Una fredda giornata (2009)
Regia,
fotografia, montaggio: Francesco
Meliciani; durata: 8’
Una
voce che abita una notte
a Roma. Una luce nera.
SABATO 13 FEBBRAIO THE
ENDLESS SUMMER SURF FILM FESTIVAL (vedi sotto)
Detour Off Music e Mike Cooper
present
THE
ENDLESS SUMMER SURF FILM FESTIVAL
Cinema Detour - Saturday,
February 13th - 7.30pm / 00.30am
remix live della
colonna sonora di Crystal Voyager
a cura di Mike
Cooper
live remix performance
of Pink Floyd's original
score by Mike Cooper
One
Ocean once covered the world ... it was
The Morning of the Earth
19.30 MORNING OF THE
EARTH di
Albert Falzon (1971, 110 min., no dialogue, only music) E'
il racconto senza parole, di un gruppo di surfers che si lasciano
dietro tutto per vivere in armonia spirituale con
una natura incontaminata, costruendosi le proprie tavole e
le proprie abitazioni, allevando animali, fumando erba e naturalmente
facendo surf. Un viaggio lungo le coste nordorientali dell'Australia,
Bali e le Hawaii, alla ricerca dell'onda perfetta. Il film,
realizzato ai tempi della chiamata alle armi di tanti giovani
americani per la guerra in Vietnam, é di
una bellezza poetica mozzafiato ed é diventato
una pietra miliare del cinema surf.
"it is a story without words, of
a group of surfers walking away from it all to live a rich
and fullfilling life, surfing, growing crops, building surfboards,
and smoking grass, as they travelled in search of the perfect
wave across Australia’s north-east coast, Bali and Hawaii. Morning
of the Earth was made during what is generally regarded
as hostile time. Vietnam was in full swing and many a young man
feared being drafted into the military. Albie Falzon has reminded
us that the earth is good, but all in all you have to make it
on your own. Just like the song says." (Imdb)
21.30 LAST HOPE a
cura di Andrew Kidman e Aaron Curnow (contiene corti di: Albert
Falzon, Jon Frank, Monty Webber, Richard Kenvin, Patrick Trefz,
Michele Lockwood and Andrew Kidman, Usa 2009, 86', Original
Version, solo musica) Un film sul surf unico nel suo genere,
sempre che si possa etichettare come film questa "esperienza"
sensoriale, costruita a partire da 16 cortometraggi sul surf
quasi senza dialogo, selezionati da Kidman and Curnow e sonorizzati
da band come Bonnie Prince Billy, Sufjan Stevens, Dirty Three,
Explosions In The Sky, Mogwai and Holly Throsby, solo per citarne
alcune. Dall'inizio
alla fine si è trasportati in un viaggio sulle onde,
attraverso gli occhi di eccezionali filmmakers, che hanno
reso il cinema surf una vera e propria arte.
Last Hope
is a very unique surf film, if you label this 'experience'
as a film. The experience is made up of 16 short surf clips
that have little to no dialogue, mixed with some amazing music
from groups such as Bonnie Prince Billy, Sufjan Stevens, Dirty
Three, Explosions In The Sky, Mogwai and Holly Throsby to name
a few. From start to finish you're taken on a surfing journey
through the eyes of some amazing film makers, that have turned
surf film into art. It's a journey that has you relaxed, carefree
and smiling ear to ear looking forward to the next time you
get out in the waves. The two masterminds behind the project,
Kidman and Curnow, have created a very graceful and moving
piece that will be watched by many generations to come.
23.00
CRYSTAL VOYAGER 2nd part Re-mixed
live by Mike Cooper di
George Greenough e David Elfick - Musica originale dei Pink
Floyd -(Usa/Australia 1975, 25') La prima parte è incentrata
sulle attività di tre surfisti (interpretati da loro
stessi) sulla voce narrante di George Greenough. La seconda
parte del film, davvero memorabile, si basa completamente
sulle riprese di una telecamera montata su una tavola da
surf, con immagini rallentate girate all'interno della curva
dell'onda. Il sottofondo musicale di questi 23 minuti finali è composto
interamente da Echoes dei Pink Floyd, che concessero
il brano in cambio della possibilità di usare le immagini
del film come sfondo per i loro concerti.
By George
Greenough e David Elfick - Music by Pink Floyd,
screened with live remix performance of original score
by Mike Cooper. Crystal Voyager was a 1973 feature film
directed by David Elfick. It was filmed, written and narrated
by surfer, photographer and filmmaker George Greenough.
The closing sequence, Greenough's short film Echoes, is
generally considered to be the highlight of the film. Filmed
with a camera in a waterproof housing strapped to Greenough’s
back, the sequence is composed entirely of slow-motion footage
shot inside the curl of waves, edited to the 23-minute song "Echoes" by
Pink Floyd. The group reportedly allowed Elfick and Greenough
to use the music in their film in exchange for the use of
Greenough's footage as a visual background when they performed "Echoes" in
concert.
v
0.20 CANTCHANT di
Vernon Ah Kee (Australia 2007/9, video installazione, 6'). Noto
per la sua critica incisiva alla cultura bianca australiana,
Vernon Ah Kee, artista aborigeno con base a Brisbane, propone
una riflessione sul tema della "beach culture" in Australia,
di cui la tavola da surf e lo stile "surf" sono diventati simboli.
Known for his incisive critiques
of White Australian culture, Brisbane-based indigenous artist
Vernon Ah Kee, reflects on "Beach Culture" in
Australia. In CantChant, the use of shield boards and their
association with Aboriginal men, embodied in the surfboard
installation and in the video, is an exercise in reiteration – of
identity and of social and political positioning. Equally clear
is the all too real sense that the Black men, despite their
colourful beach-branded apparel and flashy boards, do not fit. (www.australiavenicebiennale)
DOMENICA 14 FEBBRAIO DETOURA
A EST
21:00 FUNERAL PARADE OF ROSES di Matsumoto Toshio
(Giappone 1969, 107 min v.o. sott. Italiano) Uno dei film preferiti
da Stanley Kubrick (a cui si è dichiaratamente ispirato
in Clockwork Orange) e probabilmente anche uno dei migliori film
mai fatti. Realizzato nel 1969 il film è tanto fresco
e straordinario oggigiorno quanto assolutamente innovativo per
quei tempi. Ambientato in un ambiente "gay" questo è un
film su delle persone, su quello che fanno e che sentono, il
fatto che siano dei travestiti appare irrilevante. Sono persone
vere in un mondo vero che sembrano agire oggi anzichè nel
tempo in cui il film venne fatto. (asian world)
MARTEDì 16 FEBBRAIO SCHERMAGLIE
PRESENTA_ DEDICATO A ROHMER
21:00
INTRODUZIONE A
cura della redazione di SCHERMAGLIE www.schermaglie.it
21:00 PAULINE A LA
PLAGE (Francia 1982, 94' v.o.
sottot.italiani) di Eric Rohmer. Pauline ha 15 anni e ha
passato le vacanze estive con i genitori. Ha viaggiato, si è anche divertita,
ma l'ultimo scampolo di vacanza, a casa della cugina Marion,
in Normandia, dovrà essere diverso, magari frequentando
suoi coetanei, magari lasciandosi trasportare dai sentimenti
visto che ancora, anche per la giovanissima età, non
si è mai innamorata.
Terzo capitolo del ciclo rohmeriano delle "Commedie e
Proverbi", il film ha il consueto registro della produzione
più classica di questo regista che mette in scena i
sentimenti amorosi attraverso piccole storie animate da personaggi
caratterizzati con precisione. In questo film si scontrano
due visioni dell'amore. Da una parte Marion che crede al "colpo
di fulmine" e alla possibilità che si possa vivere
il vero amore anche solo per un istante, dall'altra Pierre,
per il quale la costanza e la stabilità rendono il sentimento
più forte e degno di essere vissuto. (da wikipedia)
21:00 LA FORNAIA
DI MONCEAU (Francia 1962, 23', v.o.
sottot. italiani) di Eric Rohmer. Lungo il tragitto che
quotidianamente lo conduce, insieme all'amico Schmidt,
alla mensa universitaria, il narratore, studente in legge
a Parigi, incrocia spesso la bella Sylvie, da cui è attratto. Superata l'iniziale
timidezza, riesce ad ottenere da lei la promessa di un
prossimo incontro. Ma, dal giorno successivo, Sylvie scompare.
Convinto che la giovane abiti nei dintorni, il narratore
si lancia alla sua ricerca nel dedalo di viuzze, intorno
alla zona del mercato locale. Diviene così abituale
cliente di una panetteria. Instaura un rapporto di familiarità con
la commessa Jacqueline, che decide di sedurre, giustificando
la scelta con la volontà di punire la sfrontatezza
della giovane. È il primo capitolo del ciclo dei
Sei racconti morali. (wikipedia)
GIOVEDì 18 FEBBRAIO DALI'
CON DUCHAMP : L'ELOGIO DELLA SEGRETEZZA
a cura
di Federico Febbo
Due rare testimonianze video per un evento dedicato
a due grandissimi artisti. La serata è incentrata su un
aspetto privato e personale che lega l'inconfessata dialettica
dei due maestri.
Ascoltare le voci dei due pittori, al di là del mero dato
biografico, seppur negli effettivi ritratti storici attraverso
questi stupendi documentari di difficile reperibilità,
conduce lo spettatore in un aliquid che trasferisce il piano
del comune sentire in un puro e semplice stato emozionale. L'apparente
altezzosità dei due personaggi in realtà schiude
la manifesta diffidenza nei rispettivi caratteri degli artisti.
L'ombroso Duchamp si concede sospettoso alle telecamere, dandosi
però epigrammaticamente al condiscendente intervistatore,
l'impenetrabile Dalì impostando invece uno dei suoi molteplici “io” a
mò di schermaglia speculare,(nella miglior tradizione
del torero de arte e come a difendersi dalle parole altrui) deborda
nell'egotismo. Il risultato di tali atteggiamenti clandestini,
che determinano una coinvolgente discussione monologante ed epica
sia da parte di Duchamp che di Dalì, alla fine di queste
personali modalità di linguaggio, rivela di contro una
musicalità delle parole dei due grandi artisti, marcata
da un pensiero orfico e misticheggiante che si lascia comprendere
appieno dal pubblico astante. In un secolo confuso come quello
XX, l'unica certezza assiomatica che ci lascia la testimonianza
di questi immensi interpreti dell'arte figurativa è che
non si dà artista che non sia anche un grande poeta come
non si dà poeta che non sia anche un grande artista.
d
20.45 introduzione
21:00 Marchel Duchamp - L'insostenibile
leggerezza del XX SECOLO di Jean
Antoine (1966 b/n, 60 min. italiano). Un emozionante intervista
concessa da Duchamp nel suo studio di Neuilly-sur-Seine due anni
prima della sua morte. Un documento di rara reperibilità che
riporta la grandezza dell'artista del ready made attraverso le
sue parole con alcune intime e mai svelate confessioni, intervallate
da una biografia dettagliata e acuminata.
22:00 Dalì a
Roma di
Carlo Mazzarella (1959 b/n 8 min. Italiano). Una breve ma intensissima
intervista di Mazzarella a Salvador Dalì in occasione
dell'uscita della sua autobiografia in Italia. Il noto presentatore
della Rai si lascia martirizzare dal genio di Figueres che,
con quell' eccentricità che
lo contrassegna, demonizza la retorica di una stucchevole simbiosi
oratoria del modello televisivo. Sul suggestivo sfondo della
prospettiva del Borromini di Palazzo Spada, luogo scelto da
Dalì per l'intervista, Mazzarella rassegnato ed in difficoltà cede
alla seduzione della bonaria follia di Dalì.
22:10 Luci e Ombre
di Dalì di
Mike Dibb (1997 colori 1h57 min.italiano) Un grandioso documentario,
definitivo, che conclude l'eterna indagine biografica sulla vita
e sulla genesi artistica del sommo pittore. Lo scrittore irlandese
Ian Gibson, in occasione di una delle ultime interviste nel 1986
in cui Dalì si concede
alle telecamere in un letto di contenzione, subordinato ad un
intubazione naso-tracheale, catatonico e quasi irriconoscibile,
ripercorre accuratamente dai luoghi dell'infanzia sino agli ultimissimi
giorni di vita l'incredibile carriera di questo rivoluzionario
artista del secolo breve.
VENERDì 19
FEBBRAIO DETOUR OFF THEATRE
Ingresso
sottoscrizione minima 5 euro per i soci (10 euro per i non tesserati)
21.00
Non sono Sharon Stone ma qualche uomo l'ho avuto anch'io
di e con Donatella Mei.
Spettacolo comico molto al femminile.
Partendo da un’improbabile
e quanto mai burlesca identificazione con la famosa attrice,
una donna racconta gli uomini e se stessa.Uno sguardo ironico
e tagliente sull’universo maschile che non risparmia però le
debolezze del gentil sesso .Il ritmo sale, incalza e gioca con
le parole come in un musical, in cui le rime rubano il posto
alle note. Le rime agghiaccianti e le frasi spiazzanti fanno
di questo spettacolo un “Poetrical “: vera novità del
panorama teatrale comico.
Donatella Mei, attrice e autrice,
vive e lavora a Roma. Si occupa di cabaret e poesia performativa.
Agli inizi della carriera partecipa allo spettacolo “L’apocalisse” di
Leo De Berardinis e nel 2000 fonda il gruppo di poesia comica “Le
Passere Solitarie” con le quali recita nei maggiori teatri
italiani. Ha partecipato a rassegne e festival di poesia, a trasmissioni
radiofoniche e televisive. E’ presente in numerose antologie
tra cui “Pink Ink” (Editrice Zona) e “20 anni
di Haiku” (Edizioni Empiria). ( Vincitrice del premio Haiku
2004 dell’Istituto di Cultura Giapponese e Premio Capoliveri
Haiku nel 2007. ) Il suo ultimo spettacolo "Non sono Sharon
Stone ma qualche uomo l'ho avuto anch'io" e il suo libro "Tesoro
no" continuano a ricevere un notevole successo.
SABATO 20 - DOMENICA 21 FEBBRAIO FREAKANIMA
21.00
MARY AND MAX di Adam Elliot
(Australia/USA 2009, 80 min. v.o sott. Italiano) Dai vincitori
per l'Oscar del corto d'animazione HARVIE KRUMPET, questa nuova
storia racconta di due amici di penna: Mary Dinkle, una pacioccosa
e solitaria bambina di 8 anni di Melbourne e Max Horovitz un
ebreo di 44 anni di New York, gravemente obeso e con la sindrome
di Asparger. Un giorno la piccola Mary nell'ufficio postale
apre a caso l'elenco telefonico di New York, copia un indirizzo
e scrive. Max risponde: i due diventano pen friend legati dalla
passione per la cioccolata e i disegni animati. Accompagnati
da una voce narrante, interpretata da Philip Seymour Hoffman,
i diversi mondi dei due personaggi corrono paralleli negli
anni tra lettere e dolciumi fino a incontrarsi.
MERCOLEDì 24 FEBBRAIO DETOUR
OFF MUSIC
21.00
A TECHNICOLOR DREAM di Stephen Gammond
( Gran Bretagna 2008, 90 min. v.o. sott. Italiano) La storia
del movimento underground inglese raccontata con interviste
e performance dei Pink Floyd con Syd Barrett. Il documentario
racconta la cultura della psichedelia e dell'avanguardia artistica
nella Londra degli anni '60: una scena che aveva in band rivoluzionarie
come Pink Floyd e Beatles i maggiori protagonisti. Contiene
immagini storiche dell'happening "14 Hour Technicolor
Dream" all'Alexandra Palace di Londra.
GIOVEDì 25 - VENERDì 26 FEBBRAIO DOCTOUR_INDIPENDENTI
ITALIANI
Giovedì 25, ore 21.00: presentazione
del libro di Libera Stroppa "Teatranti precari", Giraldi
Editore, alla presenza dell'autrice
Giovedì 25, ore 21.20:
Cristina Piccino (Il Manifesto) introduce il film con il regista
Giovanni Calamari
21.30 DEBITO DI OSSIGENO di
Giovanni Calamari (Italia 2009, 70'). Con Daniele Lupieri, Sabrina
D'Accardio, Fulvia Recchia, Alekos Recchia. Un'indagine sul dramma
umano che ogni perdita del lavoro porta con sé. Da un
lato, la storia di Daniele, 44 anni, ingegnere elettronico alla
Motorola, che improvvisamente vede crollare le proprie certezze
e teme di non poter piu garantire alla moglie e al figlio lo
stesso tenore di vita e, dall’altro, la storia di Fulvia,
madre single, lavoratrice precaria che di certezze non ne ha
mai avute, ma che ora rischia di dover rinunciare anche alla
propria orgogliosa indipendenza, sono due facce della stessa
crisi d’identita che l’assenza improvvisa dell’occupazione
produce. Il documentario racconta con grande sensibilita e precisione
la fatica quotidiana di queste persone, tra incertezze, rabbia
e desiderio di cambiare il loro futuro. http://www.debitodiossigeno.it/
a seguire incontro
con il pubblico alla presenza del regista
Hanno detto del film:
“Un film che ridà al cinema la passione civile. Merita di essere
proiettato nelle scuole"
Maurizio Porro - Corriere della Sera
"Settanta minuti d'immersione
negli effetti nostrani della crisi economica in atto"
Davide Turrini - Liberazione
“Nessuna predica e
molte confessioni in diretta: bello, coinvolgente ed emozionante”
Paolo Mereghetti - Corriere della Sera
“Calamari filma il
tempo del malessere, la prova senza giudizi di un fallimento
sociale”
Sergio Danese - Il Giorno
SABATO 27 FEBBRAIO DETOUR
OFF MUSIC
21.00
A TECHNICOLOR DREAM di Stephen Gammond ( Gran Bretagna
2008, 90 min. v.o. sott. Italiano) La storia del movimento
underground inglese raccontata con interviste e performance
dei Pink Floyd con Syd Barrett. Il documentario racconta la
cultura della psichedelia e dell'avanguardia artistica nella
Londra degli anni '60: una scena che aveva in band rivoluzionarie
come Pink Floyd e Beatles i maggiori protagonisti. Contiene
immagini storiche dell'happening "14 Hour Technicolor
Dream" all'Alexandra Palace di Londra.
DOMENICA 28 FEBBRAIO A
CURA DI Cinematografo Poverania e BizzarroCinema.it
“Il primo kolossal realizzato
senza soldi”
21.00 introduzione alla presenza dell'attore
protagonista Giovanni De Giorgi (John Simian)
21.15 L'Invasione degli
Astronazi di Alberto Genovese (Italia
2009, 86'). Con John Simian, Max Muntoni, Yuri Plebani, Luigi
Vitale. Il cervello di Hitler, prelevato da alieni aldebaraniani
poco prima della sua morte, viene rigenerato e inserito in
un computer per comandare un nuovo attacco alla terra con una
schiera di svastiche volanti. Mentre le astronazi calano sulla
terra, due balordi progettano di recuperare i soldi della loro
rapina attraverso un bancomat universale. Ma Satana, proprietario
dei soldi derubati, manda sulle loro tracce il terribile seguace
Mordecai, dotato di diabolici poteri.
Palazzi che esplodono, riprese aeree, mostri giganti stile
Godzilla, svastiche volanti e alieni dell’altro mondo: “Il
primo kolossal realizzato senza soldi”. Dirige Alberto
Genovese, guru della fantascienza casalinga italiana. http://astronazi.splinder.com/
Se la fantascienza italiana
avesse un volto, oggi come oggi, sarebbe quello di Alberto
Genovese, cliccatissimo regista milanese amante degli z-movie
che da anni autoproduce avveniristici cortometraggi, trasformando
innocui cavolfiori e vecchi elettrodomestici, in mostruosi
alieni e futuristici robot. Il “fatto in casa” – mai nascosto ma
sempre sbandierato con molta ironia – è sempre stata
la marcia in più delle sue incredibili produzioni: casarecce
e gustose come un lauto pasto in un ristorante a conduzione familiare.
Anche quando alza il tiro, come nella sua ultima fatica (nonchè suo
primo lungometraggio), L’invasione degli Astornazi, l’impatto
follemente artigianale non cambia, semplicemente si spinge oltre,
osa di più. E c’è davvero da spingersi oltre,
vista la trama che si dipana davanti ai nostri occhi, in cui
il cervello di Hitler, prelevato dagli alieni aldebaraniani,
torna a rivivere cinquanta anni dopo la sua morte mettendo a
repentaglio l’umanità: svastiche rotanti invadono
la Terra! [...] “Il primo kolossal realizzato senza soldi” strilla
la locandina degli Astronazi, e c’è da prenderla
in parola visto che, a fronte di un investimento parecchio esiguo
(mille euro, comprensivi di attrezzatura), nel film succede di
tutto: palazzi esplosi, riprese aeree, mostri giganti stile Godzilla,
dischi volanti, alieni dell’altro mondo e ambientazioni
che spaziano da Marrakesh a Parigi, dall’Italia alla Spagna,
toccando anche la Grande Muraglia cinese e il Monte Rushmore.
L’invasione degli Astronazi è un vero e proprio
viaggio nel cinema weird e trash, un sentito tributo a tutti
quei film poveri e sconclusionati di cui oggi non vi è più traccia.
E forse, quel “pessimo” cinema di una volta, bisogna
amarlo e conoscerlo per godere a pieno dell’ultima fatica
di Genovese. Operazione più intelligente di quel che sembra,
destinata a diventare di culto.
(Il Mucchio Selvaggio
- Fuori Uscite)
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