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“Tentare di spiegare un quadro è un po’ come tentare di spiegare tutta la mia vita e il più delle volte mi risulta impossibile” E.Vedova

 

EMILIO VEDOVA Dalla parte del naufragio

Un documentario su Emilio Vedova con Tony Servillo

Regia di Tomaso Pessina (Italia 2020, versione originale italiana)
Prodotto da Fondazione Emilio e Annabianca Vedova

Potete vedere il film all’orario indicato assieme agli altri spettatori oppure, in modo autonomo, entro le 48 ore successive. Potete uscire, rientrare in sala e riprendere la visione con il medesimo codice di accesso.

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Chi era Emilio Vedova? Uno degli artisti più significativi del Novecento, vincitore del Gran premio della pittura e del Leone d’oro nel’97 alla Biennale d’arte di Venezia, città dove è nato e dalla quale non si è mai staccato; un uomo “grande ed esplosivo” che ha vissuto “in un certo modo nel suo tempo”; un partigiano che ha combattuto nella Resistenza; un attivista impegnato socialmente e politicamente sempre “dalla parte della trasgressione”, antifascista ma anche dissidente rispetto al partito comunista di cui era stato parte, perché “un artista è un’antenna” delle frequenze che capta intorno a sé.
Nel centenario della nascita di Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006), il documentario ripercorre la straordinaria vicenda umana e artistica del grande pittore veneziano attraverso le pagine dei suoi diari, rari materiali d’archivio e preziosi contributi di artisti, curatori, collaboratori e amici.
Il racconto è scandito dai passaggi fondamentali della storia politica, sociale e dell’arte del ventesimo secolo e, sullo sfondo di una Venezia quasi eterea, restituisce, grazie all’appassionata interpretazione di Toni Servillo e al dialogo quasi personale e diretto con Vedova, la profonda personalità e il tratto potente di uno degli artisti più significativi del novecento.

“Quando ero ragazzino… andavo sempre in piazza S. Marco, in piazzetta, a sorvegliare i pittori, a raccogliere la pulitura delle loro tavolozze, raschiata con la paletta: più interessanti quindi quelli che lavoravano con molta materia. Facevo bottino e tornavo a casa dipingevo con le dita, stendendo… Invidiavo quelli che facevano quei bei disegni inquadrati, c’era un tipo ‘Brunelleschi’, bravissimo… io invece mi agitavo, sporcavo, segnavo forte.” (I Diari di Emilio Vedova)

 


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