Presentazione del libro La paralisi dell’ONU, il coagularsi del blocco dei BRICS, la metamorfosi della politica estera dell’Unione Europea, la propagazione dello Stato Islamico in Africa, l’emergenza migratoria nel Mediterraneo, la proiezione meridionale di Turchia e Russia: tutte queste dinamiche sono strettamente connesse alla crisi che si protrae in Libia dal 2011. Nel frattempo il paese è diventato un laboratorio per la sperimentazione – spesso fallimentare – di diverse modalità di intervento internazionale e crisis management: la hybris liberale dell’egemonia occidentale si è ridimensionata alle esigenze dell’approccio light americano e del ritiro dal quadrante mediorientale; la stabilizzazione del vicinato dell’Unione Europea si è concentrata sulla lotta al terrorismo e alla migrazione irregolare, a scapito della riforma di un settore della sicurezza corrotto da interessi criminali e spinte centrifughe; e la competizione geopolitica nell’odierno contesto multipolare ha approfondito le faglie della politica libica, proiettandole su scala internazionale. Con lucidità e rigore, il libro indaga le rifrazioni interne e internazionali di una crisi che rappresenta non solo una sfida all’ordine costituito, ma anche, potenzialmente, una sfida costituente.
Acclamato dalla critica come uno dei migliori film inglesi dell’anno è il sorprendente esordio alla regia di Aleem Khan. Il film ha per protagonista Mary, di origini inglesi, felicemente sposata con un uomo pakistano e convertita all’Islam. Quando all’improvviso resta vedova, Mary scopre per caso che il marito aveva una relazione segreta con un’altra donna in Francia, dov’era spesso per lavoro: la sconvolgente rivelazione la spinge ad andare a conoscere la sua rivale, ma una serie di colpi di scena cambierà per sempre la vita di entrambe… Amore, famiglia, segreti e bugie convivono in un racconto emozionante anche grazie alla straordinaria interpretazione di Joanna Scanlan e a una regia capace di svelare i moti più nascosti dell’animo.
La front line raccontata attraverso l’obiettivo di tredici fotoreporter che con i loro scatti hanno mostrato l’inferno, gli orrori, le sofferenze e le cicatrici indelebili della guerra. Le voci, le fotografie e i ricordi di uomini e donne diventano le tappe di un viaggio fisico ed emozionale tra passato e presente. Perché la prima linea non è solo dove si spara e cadono le bombe, ma ovunque si “combatte” quotidianamente per la sopravvivenza. Attraverso testimonianze raccolte lontano dai conflitti che documentati fotograficamente nei decenni alla varie latitudini, il documentario parte dalle esperienze dei singoli nei “teatri di guerra” per comporre un ritratto corale che affonda le sue radici nel perché di un mestiere così rischioso, ma al contempo importantissimo per il racconto della realtà.
Acclamato dalla critica come uno dei migliori film inglesi dell’anno è il sorprendente esordio alla regia di Aleem Khan. Il film ha per protagonista Mary, di origini inglesi, felicemente sposata con un uomo pakistano e convertita all’Islam. Quando all’improvviso resta vedova, Mary scopre per caso che il marito aveva una relazione segreta con un’altra donna in Francia, dov’era spesso per lavoro: la sconvolgente rivelazione la spinge ad andare a conoscere la sua rivale, ma una serie di colpi di scena cambierà per sempre la vita di entrambe… Amore, famiglia, segreti e bugie convivono in un racconto emozionante anche grazie alla straordinaria interpretazione di Joanna Scanlan e a una regia capace di svelare i moti più nascosti dell’animo.
Ultima proiezione. Il film di Joachim Trier ha conquistato a Cannes il premio per la Migliore interpretazione femminile, grazie alla sua straordinaria protagonista, Renate Reinsve. Il regista scandinavo reinventa con ironia e profondità la commedia romantica, firmando uno dei film più originali della stagione, una “Amélie senza filtri per le nuove generazioni”, come lo ha definito la stampa americana. Diviso in capitoli, il film racconta l’educazione sentimentale di Julie, donna libera, imprevedibile e contraddittoria, alle prese con i problemi della sua generazione e a lungo divisa tra due uomini: Aksel, fumettista di successo, e Eivind, uno sconosciuto incontrato a una festa che sconvolgerà i suoi piani per il futuro. “È già un classico”, ha sentenziato The Guardian, che dà al film cinque stelle e guida il coro di recensioni entusiastiche, mentre Variety mette il film in pole position nella corsa all’Oscar per il Miglior film internazionale
Acclamato dalla critica come uno dei migliori film inglesi dell’anno è il sorprendente esordio alla regia di Aleem Khan. Il film ha per protagonista Mary, di origini inglesi, felicemente sposata con un uomo pakistano e convertita all’Islam. Quando all’improvviso resta vedova, Mary scopre per caso che il marito aveva una relazione segreta con un’altra donna in Francia, dov’era spesso per lavoro: la sconvolgente rivelazione la spinge ad andare a conoscere la sua rivale, ma una serie di colpi di scena cambierà per sempre la vita di entrambe… Amore, famiglia, segreti e bugie convivono in un racconto emozionante anche grazie alla straordinaria interpretazione di Joanna Scanlan e a una regia capace di svelare i moti più nascosti dell’animo.
Voyage of Time, documentario diretto dal geniale regista Terrence Malick (La sottile linea rossa, The Tree of Life), con la voce narrante di Cate Blanchett e prodotto da Brad Pitt, viene proiettato nella sua versione integrale.  L’opera arriva finalmente sul grande schermo per condurre lo spettatore all’esplorazione del passato planetario e al contempo alla ricerca di una futura collocazione nell’universo per l’umanità. Un inno alla natura e alla vita che si propone di forgiare una nuova, ipnotica storia della stessa vita della Terra, cogliendo la magia espressiva del cosmo non facilmente osservabile, ma del quale siamo partecipi in ogni istante della nostra esistenza.
On the Road Film Festival è un festival indipendente di rilevanza internazionale che traccia un percorso inedito di cinema ispirato al viaggio, alle geografie erranti, agli attraversamenti di terre selvagge e agli spaesamenti metropolitani.  Tutte le proiezioni, in lingua originale con sottotitoli in italiano, si svolgono al Cinema Detour di Roma  nei fine settimana dal 26 marzo al 10 aprile 2022. In concorso 9 lungometraggi e 9 cortometraggi selezionati tra oltre 200 proposte provenienti da 40 paesi nel mondo. Due Giurie composte da personalità della cultura indipendente cinematografica, artistica e letteraria a larga rappresentanza femminile, e il voto del pubblico in sala, assegneranno premi in denaro e menzioni speciali. La cartografia ideale di questa ottava stagione sembra orientarci sulla via della “minor resistenza” o “resistenza pacifica”, concetto preso a prestito dalla seconda legge della termodinamica in base al quale, per esempio, l'acqua, nel suo viaggio incessante, ricerca sempre il cammino che opponga la minore reazione possibile. Un principio che si incarna nell’equivalente filosofico taoista del Wu Wei, la non-azione o meglio la consapevolezza del quando agire e del quando non agire, in una prospettiva di armonia, equilibrio, economia e concentrazione delle forze. Una traccia sotterranea che è anche un invito a non allentare mai l'allenamento della Ragione e del pensiero critico, proprio mentre tornano a soffiare fetidi aliti guerreschi fino nel cuore d’Europa.
Giunto alla XXI edizione, il corso che hai sempre desiderato. Una docente professionista che metterà a disposizione tutte le sue conoscenze e il suo sapere. Un corso teorico-pratico dove non perderai neanche una lezione perché la potrai recuperare in privato. Patrizia Copponi è fotoreporter dal 1980. Ha collaborato con i maggiori settimanali, quotidiani e mensili italiani ed esteri. Si occupa da decenni dell’Organizzazione di attività culturali sulla comunicazione visiva e dell’insegnamento della Fotografia. Insegna al Detour dal 2012 con dedizione e passione.
Voyage of Time, documentario diretto dal geniale regista Terrence Malick (La sottile linea rossa, The Tree of Life), con la voce narrante di Cate Blanchett e prodotto da Brad Pitt, viene proiettato nella sua versione integrale.  L’opera arriva finalmente sul grande schermo per condurre lo spettatore all’esplorazione del passato planetario e al contempo alla ricerca di una futura collocazione nell’universo per l’umanità. Un inno alla natura e alla vita che si propone di forgiare una nuova, ipnotica storia della stessa vita della Terra, cogliendo la magia espressiva del cosmo non facilmente osservabile, ma del quale siamo partecipi in ogni istante della nostra esistenza.
Potrebbe sembrare futile. Ma è meraviglioso. Cos’è la vita senza bellezza? Eve Vernet è stata per anni la più grande coltivatrice di rose di Francia. Oggi però si trova sull’orlo della bancarotta. La sua azienda di famiglia è sul punto di essere acquisita da una potente e scorretta concorrente che monopolizza i semi e ingloba specie "genitrici" rare impedendole la creazione di nuovi ibridi. Vera, la sua fedele collaboratrice, le prova tutte per tentare di salvare la situazione e trova una soluzione rivolgendosi ai servizi sociali che si occupano di reinserimento assumendo tre dipendenti senza alcuna esperienza nel settore e con un passato difficile. Fra le mille difficoltà, errori e piani folli, si imbarcano insieme in un’avventura davvero unica per salvare la piccola azienda e ritrovare insieme la forza di proseguire...
Voyage of Time, documentario diretto dal geniale regista Terrence Malick (La sottile linea rossa, The Tree of Life), con la voce narrante di Cate Blanchett e prodotto da Brad Pitt, viene proiettato nella sua versione integrale.  L’opera arriva finalmente sul grande schermo per condurre lo spettatore all’esplorazione del passato planetario e al contempo alla ricerca di una futura collocazione nell’universo per l’umanità. Un inno alla natura e alla vita che si propone di forgiare una nuova, ipnotica storia della stessa vita della Terra, cogliendo la magia espressiva del cosmo non facilmente osservabile, ma del quale siamo partecipi in ogni istante della nostra esistenza.
Ultima proiezione. Il film di Joachim Trier ha conquistato a Cannes il premio per la Migliore interpretazione femminile, grazie alla sua straordinaria protagonista, Renate Reinsve. Il regista scandinavo reinventa con ironia e profondità la commedia romantica, firmando uno dei film più originali della stagione, una “Amélie senza filtri per le nuove generazioni”, come lo ha definito la stampa americana. Diviso in capitoli, il film racconta l’educazione sentimentale di Julie, donna libera, imprevedibile e contraddittoria, alle prese con i problemi della sua generazione e a lungo divisa tra due uomini: Aksel, fumettista di successo, e Eivind, uno sconosciuto incontrato a una festa che sconvolgerà i suoi piani per il futuro. “È già un classico”, ha sentenziato The Guardian, che dà al film cinque stelle e guida il coro di recensioni entusiastiche, mentre Variety mette il film in pole position nella corsa all’Oscar per il Miglior film internazionale
Potrebbe sembrare futile. Ma è meraviglioso. Cos’è la vita senza bellezza? Eve Vernet è stata per anni la più grande coltivatrice di rose di Francia. Oggi però si trova sull’orlo della bancarotta. La sua azienda di famiglia è sul punto di essere acquisita da una potente e scorretta concorrente che monopolizza i semi e ingloba specie "genitrici" rare impedendole la creazione di nuovi ibridi. Vera, la sua fedele collaboratrice, le prova tutte per tentare di salvare la situazione e trova una soluzione rivolgendosi ai servizi sociali che si occupano di reinserimento assumendo tre dipendenti senza alcuna esperienza nel settore e con un passato difficile. Fra le mille difficoltà, errori e piani folli, si imbarcano insieme in un’avventura davvero unica per salvare la piccola azienda e ritrovare insieme la forza di proseguire...
MARINA LALOVIĆ legge e racconta "La cicala di Belgrado", Bottega Errante Edizioni. "Belgrado non è una città che costringe i visitatori a una perenne ansia da prestazione. È l’ultimo posto in Europa che ancora mantiene la propria autenticità senza sforzarsi di venderla a renderla attraente ai turisti". La cicala di Belgrado, il primo libro di Marina Lalović che ha passato i primi 20 anni della propria vita a Belgrado e, il giorno prima della caduta di Slobodan Milošević, ha lasciato il suo paese. La lettura sarà accompagnata da una performance di disegno veloce.
Uno dei grandi film della storia del cinema, una delle avventure più enigmatiche e coinvolgenti che gli occhi degli spettatori abbiano mai incontrato. Realizzato da Dreyer nel 1931, all’indomani del capolavoro La passione di Giovanna d’Arco e dell’avvento del sonoro, liberamente ispirato ad alcuni racconti di Sheridan Le Fanu, Vampyr è un film horror, un film fantastico, un film di nebbie, di luminescenze, di poche parole, di terrificanti rumori.
Il film di Joachim Trier ha conquistato a Cannes il premio per la Migliore interpretazione femminile, grazie alla sua straordinaria protagonista, Renate Reinsve. Il regista scandinavo reinventa con ironia e profondità la commedia romantica, firmando uno dei film più originali della stagione, una “Amélie senza filtri per le nuove generazioni”, come lo ha definito la stampa americana. Diviso in capitoli, il film racconta l’educazione sentimentale di Julie, donna libera, imprevedibile e contraddittoria, alle prese con i problemi della sua generazione e a lungo divisa tra due uomini: Aksel, fumettista di successo, e Eivind, uno sconosciuto incontrato a una festa che sconvolgerà i suoi piani per il futuro. “È già un classico”, ha sentenziato The Guardian, che dà al film cinque stelle e guida il coro di recensioni entusiastiche, mentre Variety mette il film in pole position nella corsa all’Oscar per il Miglior film internazionale
Uno dei grandi film della storia del cinema, una delle avventure più enigmatiche e coinvolgenti che gli occhi degli spettatori abbiano mai incontrato. Realizzato da Dreyer nel 1931, all’indomani del capolavoro La passione di Giovanna d’Arco e dell’avvento del sonoro, liberamente ispirato ad alcuni racconti di Sheridan Le Fanu, Vampyr è un film horror, un film fantastico, un film di nebbie, di luminescenze, di poche parole, di terrificanti rumori.
Il film di Joachim Trier ha conquistato a Cannes il premio per la Migliore interpretazione femminile, grazie alla sua straordinaria protagonista, Renate Reinsve. Il regista scandinavo reinventa con ironia e profondità la commedia romantica, firmando uno dei film più originali della stagione, una “Amélie senza filtri per le nuove generazioni”, come lo ha definito la stampa americana. Diviso in capitoli, il film racconta l’educazione sentimentale di Julie, donna libera, imprevedibile e contraddittoria, alle prese con i problemi della sua generazione e a lungo divisa tra due uomini: Aksel, fumettista di successo, e Eivind, uno sconosciuto incontrato a una festa che sconvolgerà i suoi piani per il futuro. “È già un classico”, ha sentenziato The Guardian, che dà al film cinque stelle e guida il coro di recensioni entusiastiche, mentre Variety mette il film in pole position nella corsa all’Oscar per il Miglior film internazionale
Il film di Joachim Trier ha conquistato a Cannes il premio per la Migliore interpretazione femminile, grazie alla sua straordinaria protagonista, Renate Reinsve. Il regista scandinavo reinventa con ironia e profondità la commedia romantica, firmando uno dei film più originali della stagione, una “Amélie senza filtri per le nuove generazioni”, come lo ha definito la stampa americana. Diviso in capitoli, il film racconta l’educazione sentimentale di Julie, donna libera, imprevedibile e contraddittoria, alle prese con i problemi della sua generazione e a lungo divisa tra due uomini: Aksel, fumettista di successo, e Eivind, uno sconosciuto incontrato a una festa che sconvolgerà i suoi piani per il futuro. “È già un classico”, ha sentenziato The Guardian, che dà al film cinque stelle e guida il coro di recensioni entusiastiche, mentre Variety mette il film in pole position nella corsa all’Oscar per il Miglior film internazionale
Patience (Isabelle Huppert), traduttrice specializzata in intercettazioni telefoniche per la squadra antidroga, frustrata e annoiata da un lavoro duro e mal pagato, durante un’intercettazione viene a conoscenza dei traffici poco raccomandabili del figlio di una donna a lei cara. Decide così di dare una svolta alla sua vita e intrufolarsi nella rete dei trafficanti, per proteggere il giovane. Quando si trova tra le mani un grosso carico di droga, non si fa sfuggire l’occasione e diventa La Padrina, una “trafficante all’ingrosso”.
Zenia è un uomo misterioso, con un lavoro che gli permette di fare l’ingresso in una comunità alto-borghese formata da persone facoltose e chiuse, che conducono un’esistenza priva di stimoli. Annoiate da tutto e apatiche, vedono nell’arrivo dell’uomo una novità salvifica. Ognuno di loro ha una storia che confida a Zenia, terapista del corpo e dell’anima. Un guru, forse un falso profeta, oppure più semplicemente un appiglio per chi non riesce a fare i conti con questa strana vita. Presentato in concorso alla 77a Mostra del Cinema di Venezia, un film magico e sofisticato che porta con leggerezza a sciogliere tutti i nodi dello spirito. "Non siamo dove siamo oggi senza aver combattuto", ha dichiarato Garnier.
Il film di Joachim Trier ha conquistato a Cannes il premio per la Migliore interpretazione femminile, grazie alla sua straordinaria protagonista, Renate Reinsve. Il regista scandinavo reinventa con ironia e profondità la commedia romantica, firmando uno dei film più originali della stagione, una “Amélie senza filtri per le nuove generazioni”, come lo ha definito la stampa americana. Diviso in capitoli, il film racconta l’educazione sentimentale di Julie, donna libera, imprevedibile e contraddittoria, alle prese con i problemi della sua generazione e a lungo divisa tra due uomini: Aksel, fumettista di successo, e Eivind, uno sconosciuto incontrato a una festa che sconvolgerà i suoi piani per il futuro. “È già un classico”, ha sentenziato The Guardian, che dà al film cinque stelle e guida il coro di recensioni entusiastiche, mentre Variety mette il film in pole position nella corsa all’Oscar per il Miglior film internazionale
Pochi personaggi restano nella memoria come Luís, un tecnico alla sicurezza in procinto di andare in pensione e ormai incapace di stare ai tempi di una tecnologia sempre più moderna e incomprensibile. L’esordio di Catarina Vasconcelos è una meditazione sulla perdita e l’assenza — quella di due madri — in cui le parole accompagnano senza un legame diretto immagini dalle forti suggestioni pittoriche. Un’operetta buffa e malinconica, che mescola metal e canti a cappella, in un crescendo di surrealismo che porta al più dolce dei finali. Un film capace di affrontare la fine di un’epoca con il sorriso sulle labbra.
Patience (Isabelle Huppert), traduttrice specializzata in intercettazioni telefoniche per la squadra antidroga, frustrata e annoiata da un lavoro duro e mal pagato, durante un’intercettazione viene a conoscenza dei traffici poco raccomandabili del figlio di una donna a lei cara. Decide così di dare una svolta alla sua vita e intrufolarsi nella rete dei trafficanti, per proteggere il giovane. Quando si trova tra le mani un grosso carico di droga, non si fa sfuggire l’occasione e diventa La Padrina, una “trafficante all’ingrosso”.
In arrivo, un poker di raffinate commedie d’autore dai quattro angoli dell’Europa per tenere alto il morale e premiare la dedizione delle nostre truppe cinefile. Ma poiché siamo pur sempre al Detour, dove abbiamo un debole per i buoni vecchi generi del cinema, non potrà sfuggirvi che il tono variopinto di ciascuna commedia è modulato con la sua particolare gradazione di dark-noir. L’asso nella manica di questa settimana, con protagonista un’abitualmente stupefacente Isabelle Huppert, è la crimedy francese MAMA WEED, che abbiamo scelto di promuovere con il suo titolo internazionale, a nostro giudizio più evocativo della sostanza della storia (in italiano è “La Padrina”, mentre il titolo originale francese è “La Daronne”).
Pochi personaggi restano nella memoria come Luís, un tecnico alla sicurezza in procinto di andare in pensione e ormai incapace di stare ai tempi di una tecnologia sempre più moderna e incomprensibile. L’esordio di Catarina Vasconcelos è una meditazione sulla perdita e l’assenza — quella di due madri — in cui le parole accompagnano senza un legame diretto immagini dalle forti suggestioni pittoriche. Un’operetta buffa e malinconica, che mescola metal e canti a cappella, in un crescendo di surrealismo che porta al più dolce dei finali. Un film capace di affrontare la fine di un’epoca con il sorriso sulle labbra.
Kiyokazu Kurihara e Satoko sono una coppia sposata senza figli che decide di adottare un bambino. 6 anni dopo, la coppia vive felicemente con il figlio Asato. Ricevono una telefonata da una donna, che si presenta come Hikari Katakura. È la madre naturale di Asato... Sono pochi i film che esplorano la maternità in modo così solido, sensibile, lontano dai giudizi. Kawase porta il film in direzioni sorprendenti, ma la sua narrativa e il suo stile avvincente e naturalistico non perdono mai la concentrazione emotiva. La storia può apparire familiare, ma la regista la interpreta con rara tenerezza, lirismo e mistero. Da una delle registe contemporanee più apprezzate al Festival Di Cannes.
Il film di Joachim Trier ha conquistato a Cannes il premio per la Migliore interpretazione femminile, grazie alla sua straordinaria protagonista, Renate Reinsve. Il regista scandinavo reinventa con ironia e profondità la commedia romantica, firmando uno dei film più originali della stagione, una “Amélie senza filtri per le nuove generazioni”, come lo ha definito la stampa americana. Diviso in capitoli, il film racconta l’educazione sentimentale di Julie, donna libera, imprevedibile e contraddittoria, alle prese con i problemi della sua generazione e a lungo divisa tra due uomini: Aksel, fumettista di successo, e Eivind, uno sconosciuto incontrato a una festa che sconvolgerà i suoi piani per il futuro. “È già un classico”, ha sentenziato The Guardian, che dà al film cinque stelle e guida il coro di recensioni entusiastiche, mentre Variety mette il film in pole position nella corsa all’Oscar per il Miglior film internazionale
Kiyokazu Kurihara e Satoko sono una coppia sposata senza figli che decide di adottare un bambino. 6 anni dopo, la coppia vive felicemente con il figlio Asato. Ricevono una telefonata da una donna, che si presenta come Hikari Katakura. È la madre naturale di Asato... Sono pochi i film che esplorano la maternità in modo così solido, sensibile, lontano dai giudizi. Kawase porta il film in direzioni sorprendenti, ma la sua narrativa e il suo stile avvincente e naturalistico non perdono mai la concentrazione emotiva. La storia può apparire familiare, ma la regista la interpreta con rara tenerezza, lirismo e mistero. Da una delle registe contemporanee più apprezzate al Festival Di Cannes.