Ali, ti presento Ava. Due mondi diversi che si incontrano nella realtà di Bradford, città industriale nel cuore dello Yorkshire. Ali gestisce degli appartamenti e vive un matrimonio segnato da un dolore. Ava è una maestra elementare. Si incontrano e riempiono le rispettive esistenze sfidando le convenzioni e gli ostacoli che trovano lungo una strada fatta di romanticismo, canzoni cantate a squarciagola e passione. Ali & Ava, presentato alla Quinzaine des Realisateurs del Festival di Cannes 2021, completa la trilogia dello Yorkshire dell’acclamata regista Clio Barnard, una commedia che parla d’amore attraverso il potere rigenerante della musica.
Ali, ti presento Ava. Due mondi diversi che si incontrano nella realtà di Bradford, città industriale nel cuore dello Yorkshire. Ali gestisce degli appartamenti e vive un matrimonio segnato da un dolore. Ava è una maestra elementare. Si incontrano e riempiono le rispettive esistenze sfidando le convenzioni e gli ostacoli che trovano lungo una strada fatta di romanticismo, canzoni cantate a squarciagola e passione. Ali & Ava, presentato alla Quinzaine des Realisateurs del Festival di Cannes 2021, completa la trilogia dello Yorkshire dell’acclamata regista Clio Barnard, una commedia che parla d’amore attraverso il potere rigenerante della musica.
Il film trae origine da uno dei racconti più famosi della letteratura, “Il naso” di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, portato a teatro come opera buffa in tre atti da Dmitri Shostakovich. È un sogno che il Maestro del cinema di animazione Khrzhanovskiy ha covato per decenni, da quando il compositore Shostakovich aveva affidato allo stesso regista, allora trentenne, le musiche originali della suo lavoro per farne un’opera visuale. Il risultato è un viaggio nel tempo, un’operazione postmoderna coinvolgente, un caleidoscopio di animazioni di diversi stili che celebra quegli “anticonformisti” che non si piegarono alle imposizioni culturali del regime staliniano.
L’area metropolitana di Napoli è una delle più densamente abitate del pianeta ed è compresa tra il Vesuvio ed i Campi Flegrei, due tra i vulcani attivi più pericolosi al mondo. Oltre un milione di persone vivono nella cosiddetta zona rossa, pronte ad essere evacuate al primo segnale di eruzione. Forse. Il film riporta le storie di coloro che su questa bomba a orologeria ci vivono e che, nonostante il pericolo, sono legati a questa terra di fuoco, alle tradizioni e alle superstizioni sulla montagna nera, il Vesuvio, che sovrasta la città, come se ne fosse il vero e unico padrone.
Il film trae origine da uno dei racconti più famosi della letteratura, “Il naso” di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, portato a teatro come opera buffa in tre atti da Dmitri Shostakovich. È un sogno che il Maestro del cinema di animazione Khrzhanovskiy ha covato per decenni, da quando il compositore Shostakovich aveva affidato allo stesso regista, allora trentenne, le musiche originali della suo lavoro per farne un’opera visuale. Il risultato è un viaggio nel tempo, un’operazione postmoderna coinvolgente, un caleidoscopio di animazioni di diversi stili che celebra quegli “anticonformisti” che non si piegarono alle imposizioni culturali del regime staliniano.
Lamb, opera prima di Valdimar Jóhannsson basata su leggende e racconti popolari islandesi, racconta la storia di una coppia, formata da María e Ingvar, che vivono in una remota fattoria immersa nella fredda natura islandese, dove accudiscono il loro gregge e lavorano la terra. Un giorno i due rinvengono un neonato in un loro campo agricolo e non sanno come mai si trovi lì da solo. Non avendo figli, ma allettati dalla prospettiva di una vita familiare, Maria e Ingvar decidono di tenere il piccolo con loro. Non sanno che il loro momento di gioia non è destinato a durare a lungo. Con un ritmo deciso ed emotivamente gelido come il vasto paesaggio su cui è ambientato, seppure intriso di grottesca ironia, Lamb è un esame originale ed inquietante del trauma, della solitudine e della maternità.
Lamb, opera prima di Valdimar Jóhannsson basata su leggende e racconti popolari islandesi, racconta la storia di una coppia, formata da María e Ingvar, che vivono in una remota fattoria immersa nella fredda natura islandese, dove accudiscono il loro gregge e lavorano la terra. Un giorno i due rinvengono un neonato in un loro campo agricolo e non sanno come mai si trovi lì da solo. Non avendo figli, ma allettati dalla prospettiva di una vita familiare, Maria e Ingvar decidono di tenere il piccolo con loro. Non sanno che il loro momento di gioia non è destinato a durare a lungo. Con un ritmo deciso ed emotivamente gelido come il vasto paesaggio su cui è ambientato, seppure intriso di grottesca ironia, Lamb è un esame originale ed inquietante del trauma, della solitudine e della maternità.
Il film trae origine da uno dei racconti più famosi della letteratura, “Il naso” di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, portato a teatro come opera buffa in tre atti da Dmitri Shostakovich. È un sogno che il Maestro del cinema di animazione Khrzhanovskiy ha covato per decenni, da quando il compositore Shostakovich aveva affidato allo stesso regista, allora trentenne, le musiche originali della suo lavoro per farne un’opera visuale. Il risultato è un viaggio nel tempo, un’operazione postmoderna coinvolgente, un caleidoscopio di animazioni di diversi stili che celebra quegli “anticonformisti” che non si piegarono alle imposizioni culturali del regime staliniano.
Amin ha 36 anni, vive in Danimarca, è un affermato docente universitario e sta per sposarsi con il suo compagno. Ma proprio poco prima delle nozze, il passato torna a fargli visita, facendogli ripercorrere gli anni della sua gioventù, quando dall’Afghanistan arrivò in nord Europa dopo un lungo viaggio, con la speranza di chiedere asilo. Flee è il racconto di una fuga che si trasforma in un inno alla vita e alla libertà, un percorso umano intessuto di sfide e gioia contagiosa, una cronaca veritiera e poetica della ricerca della felicità, che apprendiamo dalla viva voce del protagonista. Un film straordinario che è già nella storia del cinema, il primo a essere candidato all’Oscar come miglior film internazionale e al contempo come miglior documentario e miglior lungometraggio d’animazione.
Il film trae origine da uno dei racconti più famosi della letteratura, “Il naso” di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, portato a teatro come opera buffa in tre atti da Dmitri Shostakovich. È un sogno che il Maestro del cinema di animazione Khrzhanovskiy ha covato per decenni, da quando il compositore Shostakovich aveva affidato allo stesso regista, allora trentenne, le musiche originali della suo lavoro per farne un’opera visuale. Il risultato è un viaggio nel tempo, un’operazione postmoderna coinvolgente, un caleidoscopio di animazioni di diversi stili che celebra quegli “anticonformisti” che non si piegarono alle imposizioni culturali del regime staliniano.
Lamb, film diretto da Valdimar Jóhannsson, racconta la storia di una coppia, formata da María (Noomi Rapace) e Ingvar (Hilmir Snaer Gudnason), che vivono in una remota fattoria immersa nella fredda natura islandese, dove accudiscono il loro gregge e lavorano la terra. Un giorno i due rinvengono un neonato in un loro campo agricolo e non sanno come mai si trovi lì da solo. Non avendo figli, ma allettati dalla prospettiva di una vita familiare, Maria e Ingvar decidono di tenere il piccolo con loro. Non sanno che il loro momento di gioia è destinato a finire e li porterà alla completa distruzione. Con un ritmo deciso ed emotivamente gelido come il vasto paesaggio su cui è ambientato, seppure intriso di grottesca ironia, Lamb è un esame originale ed inquietante del trauma, della solitudine e della maternità.
Amin ha 36 anni, vive in Danimarca, è un affermato docente universitario e sta per sposarsi con il suo compagno. Ma proprio poco prima delle nozze, il passato torna a fargli visita, facendogli ripercorrere gli anni della sua gioventù, quando dall’Afghanistan arrivò in nord Europa dopo un lungo viaggio, con la speranza di chiedere asilo. Flee è il racconto di una fuga che si trasforma in un inno alla vita e alla libertà, un percorso umano intessuto di sfide e gioia contagiosa, una cronaca veritiera e poetica della ricerca della felicità, che apprendiamo dalla viva voce del protagonista. Un film straordinario che è già nella storia del cinema, il primo a essere candidato all’Oscar come miglior film internazionale e al contempo come miglior documentario e miglior lungometraggio d’animazione.
Acclamato dalla critica come uno dei migliori film inglesi dell’anno è il sorprendente esordio alla regia di Aleem Khan. Il film ha per protagonista Mary, di origini inglesi, felicemente sposata con un uomo pakistano e convertita all’Islam. Quando all’improvviso resta vedova, Mary scopre per caso che il marito aveva una relazione segreta con un’altra donna in Francia, dov’era spesso per lavoro: la sconvolgente rivelazione la spinge ad andare a conoscere la sua rivale, ma una serie di colpi di scena cambierà per sempre la vita di entrambe… Amore, famiglia, segreti e bugie convivono in un racconto emozionante anche grazie alla straordinaria interpretazione di Joanna Scanlan e a una regia capace di svelare i moti più nascosti dell’animo.
L’area metropolitana di Napoli è una delle più densamente abitate del pianeta ed è compresa tra il Vesuvio ed i Campi Flegrei, due tra i vulcani attivi più pericolosi al mondo. Oltre un milione di persone vivono nella cosiddetta zona rossa, pronte ad essere evacuate al primo segnale di eruzione. Forse. Il film riporta le storie di coloro che su questa bomba a orologeria ci vivono e che, nonostante il pericolo, sono legati a questa terra di fuoco, alle tradizioni e alle superstizioni sulla montagna nera, il Vesuvio, che sovrasta la città, come se ne fosse il vero e unico padrone.
Dal nostro inviato speciale, della redazione di schermaglie.it, sulla sua partecipazione all'ottava edizione di On the Road Film Festival, riceviamo e volentieri pubblichiamo "un pezzo in italiano strano a volte rimbalzante", o uno "zibaldomonstruo" per definizione stessa dell'autore. Grazie infinite a Luca e a tutto il pubblico che ha seguito con passione le giornate del festival.
Il giovane Ah Bee lascia un lavoro monotono e l'appartamento che divide con la madre e il gatto per entrare a far parte del Tiong Bahru Social Club, un nuovo progetto di co-housing high-tech basato su algoritmi per creare artificialmente il quartiere più felice del mondo. A poco a poco gli incontri di Ah Bee con gli eccentrici abitanti del quartiere rivelano l'assurdità di un'esistenza scandita dall'intelligenza artificiale e la necessità di conservare autentiche relazione umane.
Nove cortometraggi internazionali On the Road in gran parte inediti in Italia, di generi diversi, selezionati tra centinaia di proposte pervenute da tutto il mondo per il concorso SHORT>CUTS di quest'anno. Gli spettatori in sala assegneranno il Premio del Pubblico del Detour, votando il Miglior Corto. La Giuria composta da Silvia Stucky (Artista multidisciplinare), Nicoletta Bea (Animation Designer), Maya Vetri (Curatrice Culturale) assegnerà il Premio per il Miglior Corto On the Road. La cerimonia di premiazione si svolgerà a chiusura della serata alla presenza di ospiti e delle Giurie.
Koi di Lorenzo Squarcia del collettivo Jumping Flea e Too Big Drawing di Genadzi Buto vincono, rispettivamente, il premio della Giuria come Miglior Film e Miglior Cortometraggio all'ON THE ROAD FILM FESTIVAL 8 cinema di viaggio e di frontiera. Eva Voudrait di Liza Diaz e i corti Too Big Drawing e The Van (ex-aequo) vincono il Premio del Pubblico. Di seguito l'elenco di tutti i premi e le menzioni speciali delle sezioni in concorso 2022. La cerimonia di premiazione si è tenuta domenica 10 Aprile 2022 al Cinema Detour di Roma, alla presenza delle Giurie (presidenti Gabriele Anaclerio e Silvia Stucky) e del pubblico. Grazie a tutte e a tutti coloro che hanno partecipato con passione e interesse.
Fatiha, Malika, Anissa e Sarah non sembrano avere molto in comune tranne che per la loro relazione speciale con lo "youyou ", nome coloniale francese per il grido acuto che le donne del Nord Africa e del Medio Oriente lanciano come espressione di intense emozioni. Ma le loro storie sul desiderio, la migrazione, la rivolta e l'essere/desiderio si dipanano verso un'affermazione collettiva e poetica della solidarietà femminile. 
Lo schermo di un computer, immagini dai quattro angoli del mondo. Attraversiamo i confini con un clic mentre la storia di un altro viaggio ci raggiunge in frammenti, attraverso messaggi di testo, chat, conversazioni telefoniche e un questionario dell'ufficio immigrazione. È il viaggio di Shahin, un ragazzo iraniano di 20 anni che, in fuga dal suo paese da solo, sbarca in Grecia, poi si dirige verso l'Inghilterra dove chiede asilo.
"Ho letto un giorno la storia di una leggenda aborigena secondo la quale, ogni antenato lascia dietro di sé un percorso sinuoso pieno di canti e di spiriti-figli. Quando una persona cammina lungo le tracce del suo antenato, riporta i canti e le storie della terra. E se un bambino nasce dal viaggio, diventa figlio di queste canzoni. Sono andata in Tunisia e Algeria per raccogliere canzoni e racconti popolari della Rivoluzione d'Indipendenza, sulle tracce di una memoria di famiglia e del disco in vinile del gruppo anarchico italiano Cantacronache-Canti della Rivoluzione algerina".
Beirut, subito dopo l’esplosione del 4 agosto… Tracce di vita, strappate da una quotidianità gravosa e peculiare, che intrecciano malinconia, peregrinazioni, sopportazione e rabbia, di più persone, che vivono in un paese sull’orlo del baratro.
Con Marie Rivière (Il raggio verde, Racconto d'autunno di Éric Rohmer). Eva è una donna di 39 anni, single e libera. Un ginecologo le ha appena detto che le sono rimasti pochissimi ovuli. Vorrebbe avere un figlio ma non sa come fare. Si mette in viaggio per un viaggio particolare.
Yasuo e Tomohiro sono due uomini molto diversi tra loro, ma che condividono una grande forza di volontà e lo stesso scopo, tenere vivo il ricordo delle vittime dello tsunami e del conseguente incidente alla centrale nucleare di Fukushima,che ha colpito il nord del Giappone nel 2011: l’uno, ex-detenuto, aiutando le famiglie delle vittime a trovare i resti dei loro cari; l’altro, un autista di autobus, diventato sub per poter setacciare il fondo dell’oceano in cerca del corpo di sua moglie.
In una landa desolata post-apocalittica, una giovane coppia in attesa di un bambino, stremata dalle dure condizioni della sopravvivenza, vaga senza sosta nella speranza di segnalare la propria posizione a un elicottero di soccorso.
Quattro famiglie di circensi, abbandonate dalle istituzioni, si trovano sospese nella speranza che la pandemia sparisca come in uno spettacolo di magia. Gli artisti dello spettacolo viaggiante cominciano la loro metamorfosi, il loro ingresso forzato nel mondo dei “Fermi” in cui ciascuno prova a reinventarsi per sopravvivere. Il circo si è fermato: forse per sempre.
OTRFF8 Evento Speciale. Adriano Lanzi, chitarrista, compositore, improvvisatore, performer elettronico romano, esegue dal vivo la colonna sonora di L'uomo con la macchina da presa, di Dziga Vertov, girato dall’alba al tramonto, in gran parte nella città Ucraina (allora URSS) di Odessa.
Giunto alla XXI edizione, il corso che hai sempre desiderato. Una docente professionista che metterà a disposizione tutte le sue conoscenze e il suo sapere. Un corso teorico-pratico dove non perderai neanche una lezione perché la potrai recuperare in privato. Patrizia Copponi è fotoreporter dal 1980. Ha collaborato con i maggiori settimanali, quotidiani e mensili italiani ed esteri. Si occupa da decenni dell’Organizzazione di attività culturali sulla comunicazione visiva e dell’insegnamento della Fotografia. Insegna al Detour dal 2012 con dedizione e passione.
Alla regista romana Deborah Farina l'onore di aprire l'ottava stagione del festival con un doc-musicale in perfetto stile detour. Vi si racconta il grande fervore della scena musicale partenopea degli anni ‘70 che culmina nell'esperienza degli Osanna, precursori di un'originale forma di prog-rock teatrale, intrecciando, con attitudine pop e sperimentale, interviste esclusive ai protagonisti della scena progressive nazionale e internazionale, contributi musicali inediti e straordinari filmati di repertorio. 
On the Road Film Festival è un festival indipendente di rilevanza internazionale che traccia un percorso inedito di cinema ispirato al viaggio, alle geografie erranti, agli attraversamenti di terre selvagge e agli spaesamenti metropolitani.  Tutte le proiezioni, in lingua originale con sottotitoli in italiano, si svolgono al Cinema Detour di Roma  nei fine settimana dal 26 marzo al 10 aprile 2022. La cartografia ideale di questa ottava stagione sembra orientarci sulla via della “minor resistenza” o “resistenza pacifica”, concetto preso a prestito dalla seconda legge della termodinamica in base al quale, per esempio, l'acqua, nel suo viaggio incessante, ricerca sempre il cammino che opponga la minore reazione possibile. Un principio che si incarna nell’equivalente filosofico taoista del Wu Wei, la non-azione o meglio la consapevolezza del quando agire e del quando non agire, in una prospettiva di armonia, equilibrio, economia e concentrazione delle forze. Una traccia sotterranea che è anche un invito a non allentare mai l'allenamento della Ragione e del pensiero critico, proprio mentre tornano a soffiare fetidi aliti guerreschi fino nel cuore d’Europa.