mer 18 marzo Süt (Latte) di Semih Kaplanoğlu

Roma Cinema Detour, Via Urbana 107 Roma

Martedì 10 Marzo ore 20.45

 

.::Inediti d’autore al Detour::.

la trilogia di Yusuf: Uova Latte e Miele

 

 

Süt (Latte)

di Semih Kaplanoğlu. Con Melih Selcuk, Basak Koklukaya

(Turchia/Francia/Germania 2008, 98′, vers. orig. turca, sottotitolato in italiano)

Sut

Süt, (Latte, 2008), assieme aYumurta (Uova, 2007) e Bal (Miele, 2010), costituiscono una trilogia sulla vita, raccontata a ritroso, del personaggio Yusef. 

In un piccolo villaggio della Turchia, in provincia di Smirne, il giovane Yusef aspira a diventare poeta. La madre, rimasta vedova troppo giovane, lo rimprovera di avere la testa fra le nuvole e di spendere i soldi che servono a mandare avanti la casa – guadagnati con la sua attività di lattaia – in libri, matite e quaderni. Diplomato da poco e in attesa della chiamata alle armi, Yusef vive come sospeso nella sua età informe e pratica la poesia nella speranza di riuscire a trovare la propria identità di giovane uomo.

Se in Yumurta il protagonista è rappresentato nell’età adulta, in Süt lo ritroviamo nella sua giovinezza e ne vediamo la persona a metà fra due strade, tra il ragazzo e l’uomo. Mettendo in scena i dolori del giovane Yusef, Semih Kaplanoglu trova nella stasi poetica, nel meriggiare assorto, nei brevi e radi dialoghi e nella flemma tipica del cinema mediorientale una cifra stilistica per mettere in scena il rapporto madre-figlio e fare luce sulla figura genitoriale femminile, che nella società turca rappresenta qualcosa di sacro, attraverso lo sguardo languido del figlio.

Nel suo percorso di crescita, il protagonista offre anche l’opportunità a Kaplanoglu di raccontare un paese sospeso tra la cultura orientale e quella occidentale, mettendo in luce il conflitto interno della Turchia e il senso di non appartenenza e di confusione del suo popolo. Sebbene i tempi allungati, i silenzi estesi e i campi lunghi possano risultare faticosi e un tantino ostici, la magnifica fotografia e il ritratto della provincia si offrono allo spettatore in tutta la loro bellezza. Tuttavia Süt sembrerebbe mancare di forza narrativa laddove gli episodi rimangono sospesi lasciando, a chi guarda, un’idea di incompletezza che danneggia un film da guardare come un quadro e leggere come una poesia.

 

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